Sabato 16 Settembre h 18.30 inaugura la mostra di Claudia MariniPASSAGGI DI FORME Mosaici e collage in divenire, all’interno dello spazio Meme in via Giordano Bruno 4, Carpi.
L’esposizione a cura di Emanuela Fiorani e Francesca Pergreffi fa parte del programma creativo del festival della filosofia che quest’anno ha come tema Le arti.

Una tematica importante, soprattutto in un’Italia che ne è sia Madre che carnefice, perché lo spazio dedicato all’arte è sempre più sacrificato, a partire dall’insegnamento della stessa all’interno delle scuole;  non è possibile salvaguardare e promuovere il nostro patrimonio artistico se non ne conosciamo il valore.

Claudia Marini nasce nel 1980 a Lodi, dove vive e lavora. Nel 2006 si diploma in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, dove nel 2009 consegue anche la specializzazione in Grafica d’Arte. Nel 2010 rivolge gli studi alla progettazione tessile, oltre che alla tecnica del collage, che al momento costituisce il centro della sua ricerca. Prende parte a diverse esposizioni collettive e concorsi, tra cui “PREMIO ITALIAN FACTORY per la Giovane Pittura Italiana” (curato da Chiara Canali, First Gallery, Roma, 2010) e “PREMIO GRIFFIN per l’Arte” (curato da Ivan Quaroni, La Fabbrica del Vapore, Milano 2014). Tra le recenti esposizioni personali, “Spore” (Galleria Oldrado da Ponte, Lodi, 2010) , “Claudia Marini. QUASI COLLAGE” (The White Gallery, Milano, 2011), “Snakes” (CSart, via San Pietro Martire, Reggio Emilia, 2011).

 

Come investe il suo tempo Claudia Marini? O meglio, la tua giornata tipo?
Non esiste una vera e propria giornata tipo, dipende dal lavoro al quale mi sto dedicando al momento. Alterno infatti la mia ricerca in studio all’insegnamento delle discipline grafiche e pittoriche a scuola e a collaborazioni come grafica. Da qualche anno inoltre mi dedico alla progettazione di disegni che diventano soggetti per una linea di foulard di seta.

Da quando inizia questa passione?
Da sempre. Ho sempre avuto una forte passione per tutto ciò che avesse a che fare con l’arte. Ho ricordi ancora molto intesi legati a dipinti e illustrazioni visti da bambina, l’odore della carta… Mi perdevo nelle immagini e nei colori.

La tua tecnica.
Il procedimento è molto laborioso e richiede diverse settimane solo per la preparazione del materiale con il quale realizzo i collages.
In genere ha inizio dallo studio di un particolare motivo decorativo o di una particolare forma che sviluppo in più formati. Riporto poi i disegni su dei fogli di linoleum che incido manualmente con le sgorbie e che diventano così le matrici di stampa.
Con il torchio stampo le matrici su carte di vario tipo creandomi una sorta di “tavolozza” di carte di diversi colori. È solo a questo punto che inizio a comporre i collage ritagliando le carte e ricomponendole su fogli di cartone. Anche la fase di collage richiede molto tempo tra vari passaggi e ripensamenti alla ricerca dell’equilibrio dell’intera composizione.


Hai un materiale che preferisci? Perché?
La carta. Osservo tutto di questo materiale, la trasparenza, l’odore, il rumore. Mi piace osservare le tracce lasciate dal tempo sulla carta, il nuovo aspetto che assume nel tempo.
Ho anche una forte attrazione per i tessuti.

Ti senti più legata alla figura dell’artigiano o a quella dell’artista o come direbbe Wittkower: “ il tuo animo è più mercuriano o saturnino?”
Mi sento più legata alla figura dell’artista, ma nella mia ricerca la manualità riveste un ruolo centrale. Per questo motivo alcuni procedimenti artigianali diventano per me fonte di ispirazione per nuove sperimentazioni.

Credi che il confine sia così netto?
Penso che in questo periodo in particolare lo sia meno. Si assiste ad un rinato interesse per le tecniche artigianali. Forse in parte legato al timore che si perdano e in parte all’assuefazione data anche da tanta tecnologia. Le tecniche artigianali richiedono molto tempo, ma la qualità raggiungibile è impareggiabile.

La tua personale, Passaggi di forme Mosaici e collage in divenire, all’interno del festival della filosofia inaugura Sabato 16 settembre, raccontaci qualcosa.
Sono stata invitata da Francesca Pergreffi e Emanuela Fiorani a realizzare un “mosaico fluido”, ovvero un’opera composta da opere più piccole 20x20cm.
Abituata a lavorare su formati grandi, ho colto questo invito come un’interessante opportunità per confrontarmi con il piccolo formato. Sarà un’installazione formata da tante piccole opere ognuna con una propria autonomia. Il pubblico potrà intervenire spostando le parti alla ricerca di nuovi equilibri.

 

Un progetto che ti piacerebbe realizzare?
Un mio desiderio è quello di collaborare con un’azienda di moda o di design, prendere parte ad un progetto che veda il mio intervento nella progettazione di motivi tessili o di disegni di superficie.

Mosaico fluido - Particolare della lavorazione - Tecnica mista, 2017
Mosaico fluido – Particolare della lavorazione – Tecnica mista, 2017

 

La peculiarità, nonché il valore aggiunto di questa mostra consiste nel totale coinvolgimento da parte dei visitatori che verrano immersi in una sorta di atelier, galleria-bottega ove è possibile metter mano sull’opera dell’artista, contribuendo a creare un un mosaico in divenire.

Per chi non riuscisse durante i giorni del festival, i laboratori in Autunno, Vestire l’arte:
lo Spazio Meme promuove, col patrocinio di Carpi Fashion System, un ciclo di laboratori che uniscono tecniche artigianali, progettazione contemporanea, incisione, grafica, tessuto, moda e design
Per informazioni e iscrizioni: spaziomeme@gmail.com