Collettivo FX

Cifra stilistica: la velocità del tratto d’esecuzione. La tecnica definita dallo stesso Collettivo come “Buona la prima” consiste nell’utilizzare come base il muro esistente intervenendo solo con il colore nero. Non avendo quindi un fondo su cui ripassare per cancellare, la caratteristica principale è proprio quella che sia “Buona la prima” e non ci possa essere una seconda possibilità: non si può sbagliare.

Oltre che per quel disegno veloce che tanto ricorda gli sketch del taccuino di un disegnatore-progettista, il Collettivo FX (qui tutte le volte che noi di MoCu ve ne abbiamo parlato) si contraddistingue per la capacità di allacciare rapporti profondi con lo spazio pubblico nel quale interviene. Il principale obiettivo è quello di creare un metodo di pittura su muro in cui non sia tanto importante l’ispirazione artistica ma la disciplina e la metodologia dell’artigianato.

Per il Collettivo, l’Artista porta sé stesso all’interno del contesto mentre l’Artigiano interviene nel contesto in modo funzionale, producendo informazione e rinsaldando la memoria. Proprio alla memoria storica Collettivo FX dà estrema importanza, raccontando storie profondamente radicate nel territorio e troppo spesso dimenticate stimolando così riflessioni che inducono a un confronto e, perché no, anche ad uno scontro.

Non si racconta per far emergere aspetti meramente nostalgici, il fine non è quello di stimolare commenti come: “bella quest’opera su…”, ma piuttosto “non conoscevo questa situazione; bisogna fare…”.

Ricordiamo alcuni dei progetti più significativi: Ex-officine Reggiane, Madonna dell’adesso, Scioperi alla Rovescia, Dietro ogni matto c’è un villaggio, Non me la racconti giusta (con lo street artist Nemo’s).

Noi di Mo.Cu abbiamo avuto il piacere di fare una chiacchierata con Andrea Giacobazzi responsabile ufficio marketing di Ceramiche Ermes Aurelia.

Andrea ci porta in giro per l’azienda raccontandoci con orgoglio Da qui a li.

 

Chi ha voluto il progetto?

È stato voluto dall’amministratore delegato Ing. Paolo Liparulo: voleva fare qualcosa per quel lungo muro del magazzino, per migliorare il luogo di lavoro dei magazzinieri.

Da qui a li è il nome del murales di 70 metri che il Collettivo FX ha realizzato nei magazzini della ceramica Ermes Aurelia di Casalgrande Emilia: parlamene un po’.

Da qui a li è il titolo dell’opera: mostra ai magazzinieri che il loro lavoro di tutti i giorni non finisce a Casalgrande ma va anche in America, in Canada, in Oriente e soprattutto non solo nelle grandi capitali ma anche nei paesini sperduti, che va un po’ ovunque, che va in giro per il mondo.

Se ci avviciniamo al murales notiamo la grande metropoli come il piccolo paesino sperduto, senza distinzione.

 

L’idea del muletto giallo come fil Rouge della pittata?

L’idea è nata durante un incontro qualche giorno prima dell’inizio dell’opera, tra me, Paolo e il Collettivo FX; quest’ultimo ha voluto incontrarci per fare il punto della situazione e in quell’occasione ha fatto presente che mancava un elemento che unificasse il tutto. A me è venuto in mente che qualche giorno prima, passando davanti a quel muro ancora grezzo, avevo notato un muletto giallo, fermo lì. Proprio davanti al muro dove sarebbe nata l’opera; così ho proposto quello come elemento centrale e l’idea è piaciuta subito.

È tipico del Collettivo FX coinvolgere le persone che incontra sul luogo: è stato chiesto ai magazzinieri un aiuto?

Questo non lo so’ ma posso dirti che appena sono iniziati i lavori tutti i magazzinieri si sono fermati a guardare: è stato bellissimo, avrei dovuto fare una foto! Dovevi vederli tutti in fila a bocca aperta.

 

Durante la chiacchierata chiamo il Collettivo chiedendogli un parere su questo progetto…

Il progetto nel magazzino è una cosa super avanti, alla Olivetti. Un esempio da seguire, non tanto per l’arte ma proprio per l’impresa, per la qualità del tempo del lavoro. Oggi con la logistica portata agli estremi, tutto è velocissimo, non si contano più le ore di lavoro ma la velocità di esecuzione. Questo non riguarda solo le ceramiche ma tutte le produzioni a ciclo continuo: carta, industria tessile e molte altre.

 

La telefonata continua e mi viene sottolineato come Paolo sia la mente folle di tutto, che devo conoscerlo e che devo assolutamente parlare coi magazzinieri. E proprio a loro, ai magazzinieri, chiedo qualche impressione nel pieno del lavoro sui loro muletti gialli. 

Simmons: È una cosa bellissima.

Rabi: Mi ha colpito perché il posto è cambiato, ora è diverso, più bello.

Davide: Può distrarre la mente dal solito ingombro mentale del lavoro, fa stare bene.

Francesco: Per noi dipendenti è stata una piacevole sorpresa vedere Collettivo FX all’opera nel magazzino in cui lavoriamo tutti i giorni. Credo che il murales non sia solo bello da vedere, ma abbia un gran significato per noi magazzinieri che spediamo piastrelle in tutto il mondo.

 

Hai avuto modo di parlare con Collettivo FX?

Si, mi hanno stupito molto l’umiltà e la disponibilità nel raccontarci alcune delle esperienze lavorative, presenti e passate.

 

Per esempio?

Quelle di oggi nel mondo della street art ma anche esperienze passate nella realtà dei magazzinieri, proprio come noi; anche per questo vorrei che il Collettivo FX tornasse a trovarci.