Venerdì 14 Settembre, in occasione di Festival Filosofia 2018, inaugura presso l’ex ospedale Sant’ Agostino di Modena, la mostra fotografica “Oltre la confessione. L’Italia delle prigioni”.

L’iniziativa è a cura della Camera Penale di Modena Carl’ Alberto Perroux, associazione che riunisce la maggior parte degli avvocati che esercitano prevalentemente il patrocinio penale, ed è stata realizzata in collaborazione con Associazione Porta Aperta Onlus e Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, con il patrocinio del Comune di Modena.

Grazie alla cortesia del fotografo Francesco Cocco e alla disponibilità di circa 80 stampe facenti parte del suo progetto fotografico “Prisons”, gli avvocati della Camera penale proporranno un percorso che avrà come filo conduttore un tema di grande impatto emotivo: il carcere. In un periodo storico particolarmente riluttane di fronte ad argomenti come i diritti dei detenuti o la funzione rieducativa della pena, questa esperienza promette di essere un pugno nello stomaco e al tempo stesso illuminante.

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Le fotografie fanno parte di un ciclo realizzato tra il 2002 ed il 2006 all’interno dei penitenziari di Milano, Modena, Palermo, Bologna, Trani, Roma, Messina, Prato, Torino, Cagliari, Al­ghero e Pisa, già esposto in contesti di assoluto prestigio ed oggetto di una pubblicazione edita da Logos nell’anno 2006.

Ho incontrato decine, centinaia di persone. Donne e uomini. Detenute e detenuti, che mi hanno accolto tra queste mura. Talvolta con ovvia diffidenza, talvolta con espansiva spinta emotiva. È a tutti loro che sento di dover esprimere il mio profondo ringraziamento per avermi concesso di entrare nelle loro vite, regalandomi il privilegio di poter ascoltare le loro storie. Mi hanno parlato di amore, di odio, di sentimenti, di sogni spesso infranti, di offese subite, di maltrattamenti, di angosce e di speranze, ma anche della consapevolezza dei loro trascorsi, di quanto avevano commesso. Davanti a me hanno pianto, hanno sorriso, hanno urlato, hanno bestemmiato ma tutti indistintamente hanno rivendicato la loro dignità.

Francesco Cocco

La fotografia non sarà tuttavia l’unica protagonista di questa interessante iniziativa. Ogni venerdì fino al 7 ottobre, infatti, all’interno dell’ex Ospedale Sant’Agostino si terranno anche una serie di incontri e tavole rotonde che godranno della partecipazione di alcuni tra i massimi esperti italiani in materia, in collaborazione con associazioni di volontariato che operano all’interno del Carcere di Sant’Anna.

Programma tavole rotonde-2

Roberto Ricco, Avvocato e componente del consiglio direttivo della associazione dei penalisti, ha curato l’allestimento e pare fremere in vista della inaugurazione perché «è un progetto innovativo per noi, che ci offre uno strumento nuovo per diffondere la cultura della libertà e della difesa dei principi di umanità declinandoli con strumenti a cui noi avocati non siamo abituati».

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MoCu lo ha incontrato per un’intervista che vi proponiamo con grande piacere, certi che sarà il giusto stimolo per non perdere questa occasione di indagare su un tema tanto complesso quanto rilevante per la nostra società.

Come è nata l’idea di esporre i lavori di Francesco Cocco?

«L’idea è nata quasi per caso, davanti ad una tazzina di caffè. Francesco Cocco ha voluto donare alla nostra associazione un centinaio di stampe che erano già state esposte in passato e oggetto di una bella pubblicazione. Appena le abbiamo viste abbiamo capito che avremmo dovuto riproporle senza limitarci alla loro esposizione, ma costruendo attorno a queste immagini dolorose e per certi versi respingenti un percorso di informazione e di cultura dei diritti. Il resto è venuto da sé: le tavole rotonde ragionate come fossero aperitivi letterari, il flashmob della New Dance Asd per il giorno di inaugurazione, il coinvolgimento di tante associazioni volontaristiche del territorio Abbiamo voluto costruire un evento capace di parlare a tante persone e non solo a magistrati e avvocati.»

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Non è la prima iniziativa organizzata dalla Camera Penale di Modena rivolta ad un pubblico non specializzato. Perché ritenete sia importante proporre questi temi?

«Non è mai stato semplice trattare temi tanto complessi come quelli che ruotano attorno al processo penale ed alle sue conseguenze. Oggi lo è ancor di più: ogni giorno leggiamo prese di posizione forcaiole anche da parte di persone che rivestono ruoli di responsabilità. I social network sono diventati vere e proprie gogne in cui si svolgono processi sommari. In questo contesto sconfortante sono in tanti a ragionare di carcere senza essersi mai chiesti davvero quale luogo sia e quale sia la funzione delle pene detentive. Ecco, noi abbiamo voluto offrire una duplice chiave di lettura: da una parte una serie di immagini accompagnerà i visitatori in un percorso doloroso, quasi incredibile e gli farà conoscere la verità inconfessabile delle carceri italiane e dall’altra offriremo un approfondimento che sarà alla portata di tutti».

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Quali saranno i temi che verranno affrontati nelle quattro conferenze in programma all’Ex Ospedale Sant’Agostino?

«Abbiamo deciso di incentrare la serie di incontri sui temi che erano stati oggetto del progetto di riforma della legge di Ordinamento Penitenziario naufragata pochi mesi fa, ad un passo dalla approvazione. Parleremo dei diritti dei detenuti nel primo dibattito, a cui parteciperà anche il Garante Nazionale delle persone private della libertà personale. Seguiranno importanti incontri sul diritto alla salute ed alla affettività. Non mancherà poi uno spunto importante relativo ai costi sociali della detenzione ed un confronto con chi, quotidianamente, si occupa di volontariato a Sant’Anna. Abbiamo deciso espressamente di non organizzare convegni riservati agli specialisti, proprio perché speriamo che il linguaggio possa essere comprensibile da parte di chiunque vorrà venire ad ascoltare».

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Che reazione vi aspettate dal pubblico?

«Siamo consapevoli che le nostre sono battaglie di minoranza, soprattutto oggi. Siamo convinti, però, che gli avvocati vivano un tempo in cui debbono compiere lo sforzo di uscire dai tribunali e dai propri studi per spiegare alle persone l’importanza della tutela dei diritti e della libertà personale. Nessuno si pone davvero criticamente di fronte a questi temi finché non è toccato in prima persona o nei propri affetti familiari. Solo chi ha vissuto sulla propria pelle il trauma di un processo, comprende la ragione di meccanismi tanto complessi posti a garanzia della propria libertà. Allo stesso modo, solo chi ha varcato le soglie del carcere, comprende la necessità di una profonda riforma e della necessità di rendere questi luoghi più umani e più utili alla risocializzazione. Speriamo di poter spiegare queste cose anche ai più giovani e agli studenti. In definitiva ci aspettiamo un mese di curiosità per un mondo che è nascosto oltre alte mura e che consentiremo di “toccare con mano”, almeno un po’. Anche per questo abbiamo ricreato una vera e propria cella nello spazio espositivo.»

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L’iniziativa coinvolge avvocati di lungo corso e avvocati più giovani. Questa collaborazione fuori dalle aule del tribunale cosa porta e cosa pensa del ruolo dell’avvocato del futuro? Come dovranno porsi i nuovi avvocati?

«L’iniziativa è stata trasversale in termini generazionali. Hanno partecipato in molti, ognuno offrendo le proprie competenze ed esperienze e tutti con un impegno davvero notevole. Chiunque eserciti la professione di avvocato sa bene quanto sia importante il confronto continuo: i più giovani per imparare, i più esperti per ritrovare entusiasmo e ricordare a sé stessi l’importanza di non dare mai nulla per scontato. È capitata la stessa cosa nell’organizzazione di questa iniziativa: ci siamo aperti ad un ambito che non ci appartiene, ma credo di poter dire che ci siamo mossi bene. Gli avvocati del futuro dovranno avere le spalle larghe e il coraggio di dire sempre la verità, anche quando saranno tutti pronti a criticare violentemente: noi difendiamo tutti, mettendo al centro sempre la persona e la sua dignità. Iniziative come questa servono proprio a spiegarlo.»

Per informazioni su inaugurazione, orari di apertura della mostra e approfondimenti sul programma culturale che proseguirà fino al 7 Ottobre vi invitiamo a visitare la pagina Facebook dell’evento a questo link OLTRE LA CONFESSIONE. L’Italia delle Prigioni

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