In vista dell’imminente arrivo a Modena del suo “Max Collini legge l’indie” (sabato 26 Ottobre presso l’OFF di via Morandi 71) abbiamo pensato di fare quattro chiacchiere con una nostra vecchia conoscenza per capirne qualcosa in più. L’ultimo lavoro di Max Collini, già in giro da parecchi mesi, è in tour ufficialmente da Ottobre e sta regalando all’autore reggiano diverse soddisfazioni quindi non ci resta che parlarne direttamente insieme a lui.

Ciao Max, innanzitutto grazie per la disponibilità. Per rompere il ghiaccio volevo chiederti, molto semplicemente: come è nata quest’ultima fatica? Come ti è venuta l’idea o qual è quella cosa in particolare che ti ha “fatto rosicare” al punto da spingerti alla creazione dello show?
L’idea, sostanzialmente, è quella di fare il punto di questo decennio, gli anni dieci insomma, che sta per finire. La scena indipendente, che negli anni zero riguardava una nicchia abbastanza circoscritta, in pochissimi anni è diventata di fatto il nuovo pop italiano. La domanda a cui tento di rispondere è sempre quella di Raf di tanti anni fa: “Cosa resterà di questi anni dieci? Chi la scatterà la fotografia?”. Nessun rosicamento particolare quindi, ma solo il tentativo di trarre qualche conclusione culturale e di costume attraverso i testi delle canzoni di una nuova generazione che coinvolge un pubblico dalle dimensioni mai viste prima e con un linguaggio diverso rispetto al passato. In alcuni casi davvero diversissimo.

Da Giugno porti avanti questo tuo personale spettacolo e hai da poco iniziato il tour vero e proprio; parliamo quindi di diversi mesi di impegno in giro per l’Italia. Ad oggi, se dovessi dare una valutazione di ciò che hai fatto, quanto ti senti appagato? Quali sono le cose che ti hanno soddisfatto e quelle che vorresti dimenticare o migliorare?
Lo spettacolo “Max Collini legge l’indie” è la cosa più pop, leggera e divertente che io abbia mai fatto in quindici anni di palchi e va bene, va bene così… In un’oretta circa di letture, commenti e aneddoti affronto più o meno venti canzoni, quasi tutte degli ultimi cinque/sei anni, molte degli ultimi due o tre. Alcune le adoro, altre no, ma tutte segnano in qualche modo questi tempi, per molteplici motivi. Mi piacerebbe avere ogni tanto un ospite tra quelli che ho inserito in scaletta e ci sto lavorando. Sono felicissimo di questa esperienza, che a sua volta mi sta dando la possibilità di farne altre nuove, compresa la partecipazione a Propaganda live su La7 e Tropical Pizza su Radio DeeJay, mondi che non avevo mai esplorato prima e assai meno complicati da coinvolgere di quanto avrei potuto immaginare da fuori. 

Spero ti sia sentito a tuo agio nel rispondere ad ogni domanda fino ad ora. In ogni caso, nella prossima risposta mi piacerebbe che potessi esserlo ancora di più: cosa pensi, fuori dai denti, del panorama indie? C’è la possibilità di una svolta virtuosa o rimpiangeremo Gazzelle in quanto le piaghe che dovremo subire saranno ben peggiori?
Premesso che non “mi ricordo dello zucchero filato”, penso che alcuni artisti di questa nuova generazione resteranno, semplicemente perché hanno qualcosa da dire. Niccolò Contessa / i Cani, Calcutta, Motta, Dutch Nazari, Brunori, Myss Keta e Coma Cose, solo per fare qualche nome, non credo possano essere liquidati con superficialità o, peggio ancora, spocchia. Non credo proprio. Forse bisognerebbe giudicare con maggiore cautela ciò che, semplicemente, non è nelle nostre corde.

Ultima domanda, molto leggera, per salutarci. Tu e il tuo lavoro siete stati ispirazione, e in certi casi modello, per alcune delle realtà del panorama indie italiano. Hai avuto qualche riscontro da parte loro? Qualcuno di loro ti ha lasciato qualche commento riguardo questo spettacolo? 
Non è un mistero che Lo Stato Sociale o i Cani, solo per fare degli esempi, abbiamo sempre tributato grande rispetto per la storia e gli album degli Offlaga Disco Pax e magari anche di Spartiti, il percorso che ho intrapreso con Jukka Reverberi dei Giardini di Mirò dopo lo scioglimento – dolorosissimo – degli ODP.
Di recente proprio Bebo e Lodo de Lo Stato Sociale nei loro reading leggono di volta in volta uno o due testi degli ODP (Piccola Pietroburgo, Sensibile e forse anche altri). Spero che vengano a vedere lo spettacolo, così da farsene una idea concreta e non solamente mediata da quello che si legge in rete: sono certo che si divertirebbero come pazzi. Clavdio, Lodo/Bebo e Dutch Nazari li ho già precettati e prima o poi li porterò sul palco con me (in realtà con Dutch è già successo), ma il sogno, ovviamente, resta Young Signorino. Chissà…