Ho avuto il piacere di intervistare Gabriele Veronesi, regista della casa di produzione Taiga Films, una realtà tutta modenese. Dopo il grande successo de Il mostro di Modena, esce su Sky un nuovo progetto che tratta ancora una volta di storie che hanno segnato il nostro territorio: Aemilia – Il grande processo alla ‘Ndrangheta.

 

La nascita del progetto

Si tratta di una storia che sembra mettere radici nel 2015, anno in cui viene dato il via ad un’operazione storica che porterà al più grande maxi-processo per mafia del nord Italia.

La cosa che più ci ha incuriosito è che un processo così importante non ha avuto un grande riscontro a livello mediatico nazionale, per quanto a livello locale invece sia stato trattato molto bene e approfonditamente ‒ racconta Gabriele Veronesi, autore e regista del documentario, e continua ‒ La particolarità di questo avvenimento è che ha stabilito la presenza di un’organizzazione autonoma nella nostra provincia, mettendoci davanti agli occhi la verità, ovvero che le questioni legate alla Mafia non possono essere più solo considerate un problema del Sud.

L’idea è dunque non tanto quella di un’inchiesta giornalistica, quanto di una fedele riproduzione degli eventi, grazie alle ricostruzioni degli attori, che possa facilitare la comprensione di un processo molto complesso.

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Il problema mediatico

Viene subito da chiedersi come mai un evento di tale portata non sia mai stato affrontato pienamente dai media nazionali.

La ‘Ndrangheta che si è radicata nella nostra regione ha subito puntato ad inserirsi in ambienti legati agli affari, all’economia e alla speculazione; ambienti che per cui vengono usati linguaggi molto complicati, perciò più difficili da rendere interessanti a livello televisivo ‒ spiega Veronesi.

Bisogna considerare che l’idea che il pubblico ha degli avvenimenti legati alla Mafia è strettamente legata alle rappresentazioni televisive e letterarie: dai libri di Saviano fino alle serie cult Gomorra e ancora prima da film come il Padrino.

Ancora oggi alcune storie che riguardano Cosa Nostra, la Camorra, e altre associazioni criminali, risultano molto più raccontabili a livello televisivo ‒ aggiunge Gabriele, e conclude ‒ Con il documentario speriamo di aver creato un prodotto che incuriosisca le persone e le spinga ad informarsi di più riguardo al processo.


I luoghi della vicenda

Si tratta di una storia molto complessa, che parte dalla Calabria e arriva sino al Nord Europa, in questo caso particolare l’Emilia-Romagna è stato il crocevia e Reggio Emilia l’epicentro.

Per questo documentario Taiga Films è arrivato in Calabria, e più precisamente a Cutro, considerato come il centro della cosca. Proprio da questo paese il boss Antonio Dragone viene mandato al nord, a Quattrocastella, agli inizi degli anni 80.

Nel tempo vengono a crearsi delle frizioni con un suo sottoposto, Nicolino Grande Aracri, che sfociano in una vera e propria faida. Inizia così una scia di omicidi tra la Calabria e l’Emilia-Romagna che culmina con l’uccisione di Dragone sulla strada tra Cutro e Isola Capo Rizzuto.

Nicolino prende in mano gli affari del vecchio boss e comincia a sviluppare il giro di affari che verrà scoperto con il processo Aemilia.

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Il fattore “pericolo”

Sebbene ci siano state intimidazioni nei confronti dei giornalisti che hanno lavorato all’inchiesta sul Processo Aemilia, Gabriele si è detto molto tranquillo riguardo alla produzione del documentario.

Ovviamente bisogna sempre verificare di scrivere e dire le cose corrette, perché finché non c’è una sentenza definitiva si sta parlando ancora di presunti innocenti, e ci sono alcuni casi per cui si parla solo di sentenze di primo grado. Nel documentario, i nomi principali sono quelli di persone che hanno già ricevuto sentenze definitive, soprattutto per cercare di mettere la parola fine alla questione.

 

Il tema di fondo di Aemilia

A dispetto del titolo questa non è una storia locale ma è una storia che riguarda tutti. La vicenda è quella di un clan molto pericoloso che ha condizionato non solo la nostra regione ma l’intera società.

L’Emilia-Romagna viene sempre descritta come una regione piena di eccellenze ma come ci ricorda il regista di Aemilia “… ci siamo anche costruiti un mito. Dobbiamo riconoscere le sue zone d’ombra perché è l’unico modo per combattere queste associazioni criminali. Bisogna ammettere che non esistono isole felici”.

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La produzione e l’emergenza Covid

Nonostante l’emergenza Covid, dal punto di vista produttivo non ci sono stati particolari problemi. “È capitato di posticipare alcune interviste, ma non abbiamo accumulato ritardi sulla parte di produzione”.

Aemilia – Il grande processo alla ‘Ndrangheta andrà in onda lunedì 26 e martedì 27 ottobre su History, canale 408 di Sky.


Una casa di produzione nella realtà Modenese

Taiga è una società di produzione fondata da Gabriele Veronesi, Luca Bedini e Marco Brandoli.  Nel 2012 inizia a prendere vita con la Pongofilms, che si occupava principalmente di produzione video per le aziende e i loro prodotti.

Solo nel 2017 i tre soci si aprono al mondo documentaristico e decidono di creare una società parallela che si differenziasse dal mondo delle advertising: Taiga Films.

In Emilia-Romagna, per quanto riguarda la produzione televisiva e cinematografica, la situazione è molto migliorata rispetto a 10 anni fa, quando abbiamo iniziato ‒ sostiene Gabriele ‒ C’è una film commission che lavora molto bene, ma rimane un settore competitivo. La nostra fortuna è di esserci trovati a livello personale e lavorativo.