Dopo due anni, il festival dedicato alle arti elettroniche e digitali tornerà a Modena per la sua nona edizione dal 14 al 17 novembre, ospitando artisti provenienti da tutto il mondo che verranno svelati nelle prossime settimane.

Dopo un percorso di avvicinamento iniziato lo scorso novembre al Planetario di Modena con William Basinski (Giulia Caverni ce lo ha raccontato qui), e proseguito con altri appuntamenti (a questo link per approfondimenti), avremo un ultimo appuntamento, il 14 settembre, che anticiperà il festival: la  mostra dell’artista giapponese Ryoichi Kurokawa dal titolo al-jabr (algebra), in arabo “ridurre” o riunire ciò che è rotto.

Ryoichi Kurokawa, elementum #4, 2018 Tecnica mista (stampa digitale, fiori pressati, alluminio, vetro), 12 x 260 x 260 mm © L’artista. Courtesy Takuro Someya Contemporary Art
Ryoichi Kurokawa,
elementum #4, 2018
Tecnica mista (stampa digitale, fiori pressati, alluminio, vetro), 12 x 260 x 260 mm
© L’artista. Courtesy Takuro Someya Contemporary Art

A cura di NODE e presentata dalla Fondazione Modena Arti Visive, l’esposizione raccoglie alcune tra le produzioni recenti più significative dell’artista creando un percorso multisensoriale caratterizzato da imponenti opere audiovisive, installazioni, sculture e stampe digitali. Si tratta della prima mostra personale in un’istituzione Italiana dell’artista giapponese, che inaugura venerdì 14 settembre 2018 alle ore 18 alla Galleria Civica di Modena, nella sede di Palazzo Santa Margherita, in occasione del festivalfilosofia 2018 dedicato quest’anno al tema della Verità.

Originario di Osaka ma residente a Berlino, Kurokawa descrive i suoi lavori come sculture “time-based”, ovvero un’arte fondata sullo scorrimento temporale, dove suono e immagine si uniscono in modo indivisibile. Il suo linguaggio audiovisivo alterna complessità e semplicità combinandole in una sintesi affascinante. Sinfonie di suoni che, in combinazione con paesaggi digitali generati al computer, cambiano il modo in cui lo spettatore percepisce il reale.

Ryoichi Kurokawa, oscillating continuum, 2013 Scultura audiovisiva (2 display quadrati, audio 2 canali), 924 x 800 x 422 mm, 8 minuti © L’artista
Ryoichi Kurokawa,
oscillating continuum, 2013
Scultura audiovisiva (2 display quadrati, audio 2 canali), 924 x 800 x 422 mm, 8 minuti
© L’artista

Il concetto di unione delle parti rappresenta il tema chiave della mostra, a cui si richiama il titolo al-jabr, radice araba da cui deriva il termine “algebra” la cui etimologia indica la ricomposizione delle parti di un insieme. Nelle opere in mostra si ripropongono concetti e metodologie quali la decostruzione e la conseguente ricostruzione di elementi naturali (elementum, lttrans, renature), la riunione di strutture divise (oscillating continuum), la rielaborazione di leggi e dati scientifici (ad/ab Atom, unfold.alt, unfold.mod). Tali metodologie ricordano una versione moderna e tecnologicamente avanzata della tecnica artistica del kintsugi, ideata alla fine del 1400 da ceramisti giapponesi per riparare tazze e vasi, in cui le linee di rottura sono evidenziate con polvere d’oro che rende la fragilità il loro punto di forza. Il kintsugi non è solo un concetto artistico ma ha profonde radici nell’estetica del wabi-sabi, la visione del mondo tipica della cultura giapponese fondata sull’accettazione della transitorietà delle cose che echeggia anche nella poetica di Kurokawa.

Ryoichi Kurokawa, ad/ab Atom, 2017 Installazione audiovisiva (7 display, audio 4 canali), 8 minuti © L’artista. Courtesy di GNRation. Foto: Hugo Sousa
Ryoichi Kurokawa,
ad/ab Atom, 2017
Installazione audiovisiva (7 display, audio 4 canali), 8 minuti
© L’artista. Courtesy di GNRation. Foto: Hugo Sousa

Come nel kintsugi, una linea dorata attraverserà il programma di NODE 2018 evidenziandone i punti di intersezione con le discipline multimediali e le arti visive.

L’immagine di NODE 2018 è stata affidata a Jacopo Ceccarelli, in arte 2501, tra i più importanti esponenti dell’attuale scena artistica urbana. A cavallo tra astratto e figurativo, le opere di 2501 sono composizioni libere ma rigorose di linee, forme e movimenti in costante dialogo con la topografia urbana. Le sue opere sono oggi sparse in tutto il mondo (Los Angeles, Miami, Sao Paulo, Milan, Roma, Detroit, Chicago, Ulan Bator, New York, Atlanta, Kiev) e i lavori multimediali tra pittura, installazione, suono, scultura e film hanno fatto parte di numerose mostre e personali in alcune delle migliori gallerie d’arte europee. Per NODE produrrà una nuova opera in collaborazione con Natartribe e Recipient.cc.

In attesa di conoscere gli artisti di questa edizione, vi lasciamo con l’aftermovie del 2016

NODE 2018 è una produzione Lemniscata realizzata grazie al contributo della Regione Emilia Romagna e dell’Assessorato alla cultura del Comune di Modena.

Coproduzione: fuse*
Partner istituzionale: 71MusicHub
Partner comunicazione: Intersezione

Per informazioni e approfondimenti: www.nodefestival.com