Sempre più spesso, ormai, si percepisce un gran bisogno di “ecologia”, di cambiare le cose, di sperare in un futuro migliore. Allo stesso tempo, non è raro imbattersi in progetti che poi si rivelano di scarso valore. Vi è mai capitato? Vi siete mai sentiti in balìa di pareri differenti, tanto da sentirvi disorientati? Avete mai pensato che quel poco che ognuno di noi può fare da solo non sia sufficiente? Se invece si riuscisse ad unire le forze in un progetto educativo e di alto valore ambientale, il risultato sarebbe di certo più incisivo. È partendo da queste e molte altre domande e riflessioni che Pietro Comeri, modenese amante di boschi e montagne, ha dato vita a due progetti per creare qualcosa di straordinario e mai visto prima: Nuove Antiche Foreste e Simbiosi magazine.

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Ciao Pietro, vuoi raccontarci brevemente come nascono questi progetti?

Ho sempre avuto un intento: quello di lasciare un mondo migliore a mio figlio. Forse un po’ egoisticamente, ma volevo fortemente migliorare le cose. Come? Piantando alberi. Piantare e piantare, un pensiero fisso. Col passare del tempo però, mi sono reso conto che questa idea, il piantare e piantare, era troppo semplicistica; qualcosa non quadrava. Vedevo gli impianti di tanti “boschi urbani” e più ne vedevo più mi rendevo conto che c’era qualcosa di sbagliato in quelle file ordinate di alberelli piantati in modo equidistante. Ho sempre avuto il vizio di studiare e informarmi quando approcciavo una nuova idea e questa volta non ho fatto eccezione. Sono entrato in contatto con libri meravigliosi e studiosi che mi hanno affascinato con le loro storie, con le loro esperienze, con i loro scritti e con le loro parole. Ho compreso cosa sia l’amore viscerale e profondo per gli alberi e le foreste, grazie a due persone eccezionali che hanno permesso poi di dare vita a nuovi progetti: Diego Infante e Susanna Vecchioni. Certi incontri cambiano la prospettiva delle cose.

Grazie a tutto ciò ho capito cosa non funzionasse. Ho compreso che gli alberi, privi del loro ecosistema, sono qualcosa di innaturale. E così, grazie all’input di Carlo Papalini del gruppo Liberi pensatori a difesa della Natura, il progetto Nuove Antiche Foreste ha iniziato a prendere forma e, collegata a doppio filo, nasce anche l’idea di Simbiosi.

Fotografia di Lukasz Szmigiel
In cosa consiste il progetto Nuove Antiche Foreste e cosa lo differenzia da una classica piantumazione?

Questo progetto ha l’obiettivo di dar voce all’Ambiente e a tutti coloro che vogliono agire, aggregarsi e fare qualcosa di estremamente efficace. Con questo scopo, insieme al progetto è nata anche l’associazione Città di Smeraldo Aps.

L’intento non è il semplice piantare ma ricostituire parti dell’antica foresta planiziale ormai pressoché completamente scomparsa. Tutta la pianura padana un tempo era ricoperta da un’immensa verde foresta, con stagni, paludi e una biodiversità oggi inimmaginabile. Il mio sogno, quello di Aspis, il brand nato per sostenere le attività dell’associazione, e di Città di Smeraldo Aps è vedere nuove parti di questa foresta crescere, aumentando il valore biologico del territorio, migliorando l’aria, abbassando la CO2, aumentando esponenzialmente la biodiversità e dando rifugio a tante specie, sia animali che vegetali, che oggi sono in grande difficoltà: un bosco è molto di più dell’insieme di alberi che lo compongono.

Per poter realizzare tutto questo è necessario percorrere quattro fasi ben distinte.

Fase 1
È il cosiddetto “rewilding”: il terreno antropizzato si inselvatichisce naturalmente, evolvendo verso una fase di prato stabile. In questo stadio viene effettuato un solo taglio dell’erba, dopo che le piante sono andate a seme. Contestualmente inizia la semina di specie erbacee e striscianti. Il tempo stimato per questa fase è di almeno un anno.

Fase 2
Si iniziano a piantare sia gli arbusti che gli alberi ad alto fusto, che inizieranno a crescere e a prendere possesso dei propri spazi (occorrono circa due anni).

Fase 3
Gli alberi ad alto fusto cominciano a emergere, si va sempre di più verso una fase boschiva. Altri due anni vanno dedicati a questa fase.

Fase 4
Il bosco diventa maturo, ovvero un ecosistema complesso. Per questa fase occorrono ulteriori otto/dodici anni.

Perché il processo vada a buon fine, servono pazienza e desiderio di seguire passo passo i ritmi della Natura nel loro lento dispiegarsi.

Fotografia di Dave Francis
Un’altra cosa che mi accennavi, che mi pare molto interessante, riguarda la provenienza delle piante.

Questo è il vero fiore all’occhiello del progetto, quello che chiamiamo il “Nido dei Patriarchi”. Si tratta di un piccolo vivaio dove riproduciamo semi, ghiande e talee degli alberi monumentali presenti nelle zone interessate dal progetto. Questo significa utilizzare il miglior patrimonio genetico possibile, crescendo con amore e dedizione i “figli” di quegli enormi alberi pluricentenari che hanno superato ogni tipo di difficoltà: per questo il “Nido dei Patriarchi” è quello che consideriamo la parte forse più importante del progetto Nuove Antiche Foreste, dove tutto nasce e dove mettiamo le basi più solide per il nostro percorso.

E questo spiega il nome del progetto: sono foreste nuove, certamente, ma le radici sono antiche proprio come gli enormi e antichi alberi da cui nascono.

Non da ultimo, Simbiosi, un progetto editoriale che sta nascendo proprio in questo periodo. In che modo si lega a tutto il resto?

Da tempo pensavo di creare una rivista per divulgare e finanziare il progetto, ma davo per scontato che l’avrei fatto più avanti. Col proseguire delle mie ricerche sull’argomento mi sono ritrovato davanti a un vero e proprio tesoro: l’appoggio e il sostegno entusiasta di tante persone e studiosi, con la loro disponibilità a scrivere. Ed è stato questo che ha portato alla decisione di anticipare i tempi, trasformando una semplice idea in SIMBIOSI, la prima rivista che mentre ti informa, dà vita a nuove foreste ed ecosistemi.

Il nome nasce dal paradigma vigente Uomo – Natura che è profondamente sbagliato e necessita di essere riequilibrato. A mio avviso, l’unica strada per il futuro della nostra specie è ricreare una simbiosi, appunto, tra Uomo e Natura e il magazine ha l’ambizione di fornire gli strumenti per il nuovo e auspicato cambio di paradigma. Può sembrare mancanza di modestia ma sono certo di ciò che dico, perché mi fido del lavoro di tante menti brillanti.

Quali sono le caratteristiche di questo magazine?

Simbiosi sarà disponibile attraverso diverse modalità di abbonamento, ognuna delle quali comprende sia la versione digitale che quella “da vivere”, sfogliandone le pagine ruvide e opache in carta riciclata al 100%. Visto che non ci piacciono le cose semplici, anche questi non sono i classici abbonamenti a un magazine: per ogni abbonamento è infatti prevista l’adozione di un’area di ecosistema, con differenti superfici, alberi, arbusti e sottobosco; sono inoltre previsti per alcuni pacchetti anche alcune maglie esclusive e buoni sconto sui prodotti Aspis.

È un magazine che dà voce non solo al progetto, ma anche alle foreste, agli alberi, alla Natura, attraverso la penna di scienziati, biologi, botanici, ecologi, medici, zoologi, entomologi, filosofi, poeti, artisti e grandi giornalisti. Oltre alle rubriche che compongono la rivista, cambiando il verso di lettura è possibile gustarsi SIMBIOSI ART, un inserto dedicato ad artisti che nel loro lavoro si confrontano con la Natura; nel primo numero avremo Roberto Bianchi, pittore, e Roberto Carnevali, fotografo che ha realizzato anche la fotografia in copertina, e abbiamo cercato di valorizzare al massimo con una sezione dedicata al massimo le loro arti.

A completare tutto, SIMBIOSI KIDS, un inserto di piccolo formato realizzato in collaborazione con Education Nest per osservare la Natura attraverso gli occhi dei bambini.

 


 

Da venerdì 29 maggio, per pochi giorni, sarà possibile abbonarsi alla rivista a prezzo scontato, inscrivendosi gratuitamente ad Aspis Club o tramite il sito simbiosimagazine.it