Fino a Domenica 2 Dicembre va in scena al Teatro delle Passioni Quasi Niente, un progetto di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini con la collaborazione alla drammaturgia e aiuto regia di Francesco Alberici.

Quasi niente – ph: Claudia Pajewski

Una stanza quasi vuota.

Un armadio senza anta, una cassettiera, tre sedie e una poltrona ammassati in un angolo.

Luce a giorno e 5 attori sul fondo, immobili. Ecco come si presenta la scena all’ingresso. Un ché di angoscioso e freddo pervade lo spettatore.

Poi Monica Piseddu rompe l’attesa di un lungo silenzio, si siede sulla poltrona rossa di pelle, ed inizia un monologo che ha tutta l’aria di essere autobiografico.  A turno in tre si susseguono nell’accomodarsi, raccontando in prima persona storie di donne sole, angosciate, ansiose. La parola passa poi agli uomini, anch’essi voce di persone fragili, incomprese, disagiate. Nonostante la gravità dei temi, la capacità degli attori di sdrammatizzare e fare ironia su stessi è tale da destare nel pubblico persino qualche momento di ilarità.

Quasi niente – ph: Claudia Pajewski

I riferimenti a ‘Il deserto rosso’ di Michelangelo Antonioni sono tanti e frammentati. Tuttavia lo spettacolo non è in nessun modo il rifacimento del film, così come non è nemmeno un ‘liberamente tratto’. È invece uno spunto dal quale partire per ragionare sul disagio, la solitudine, l’inadeguatezza. Sì, perché Giuliana, protagonista del film, è una donna malata, depressa, sola, perennemente in conflitto col mondo. Tenta il suicidio, addirittura, immaginandolo come sola alternativa al disagio.

Quasi niente non vuole ricalcare il film, ma vuole essere espressione delle emozioni, delle sensazioni che lo stesso Antonioni ha raffigurato attraverso i suoi personaggi nel film. Una società alienata, la quale instilla negli individui solitudine, incomprensione, inadeguatezza.

Quasi niente – ph: Claudia Pajewski

La musica, elemento fondamentale dello spettacolo, è la stessa del film, ma in questo caso viene accompagnata dal canto dell’attrice Francesca Cuttica, intensissima ed emozionante.

Molte le citazioni letterarie, tra cui Alice Munro e Mark Fisher, e proprio con un suo estratto, adattissimo, la Deflorian chiude lo spettacolo.

Se dovessi esprimere un’opinione personale consiglierei di vedere questo spettacolo. Nonostante sia teatro senza trama, senza capo né coda, è intensissimo, empatico, forte.