Modena è piena di supereroi. Oggi più che mai ne sono convinta. La mia città di adozione è popolata da persone che, alla luce del loro sole quotidiano, sono impiegati, traduttori, grafici, fiscalisti, macellai, panettieri. Ma al buio, quando la società del dovere ti permette di respirare, diventano i miei “Superman” preferiti. Sono eroi della parola. Dell’immagine. Del suono. Dei colori. Sono la parte del genere umano che crede ancora che la cultura sia un bene prezioso da preservare e da far crescere. A costo di vivere la vita al doppio della fatica. E l’associazione Apart è questo: un gruppo di meravigliosi supereroi dalla doppia vita. 

Massimo Menchi e Silvia Bulgarelli, rispettivamente il regista (nonché ideatore del soggetto e montaggio) e la fotografa (oltre che storyboard, graphic design e backstage) del film Apart, mi hanno accolto affettuosamente nella loro casa. Perché Massimo e Silvia sono una coppia anche nella vita di tutti i giorni. E questo è un punto su cui si scherza molto. “Stiamo assieme da due film”, dice Massimo. E Silvia sottolinea quanto non sia assolutamente una cosa da poco perché, suggerisce, “dovresti chiederci se non abbiamo mai avuto istinti omicidi verso il regista!”. Stasera, a chiacchierare con me ci sono anche Stefano Covili e Luigia Rovito: aiuto regista e montaggio il primo, sceneggiatrice la seconda. Tutti e quattro i presenti sono il Consiglio Direttivo di Associazione Apart. Per parlare del film Apart non si può non partire dal racconto della nascita dell’associazione. Si può certamente dire che un germoglio di questa associazione sia nato in una serata fuori dagli schemi: tra chi beveva birra e chi invece ha scelto un chinotto come Caronte della serata. Ed ecco. Un’idea che ha l’essenza stessa della follia, ma proprio per questo così indispensabile: facciamo un film. E nessuno trova argomenti validi per smontare questa proposta. Il gruppo ha alle spalle un’altra associazione culturale, vari cortometraggi ed un esperienza in ambito teatrale. Fare un film appare come una sfida. Però sì. Facciamolo. Così nasce “A.R.” (2017) il primo film che diventa conferma di una passione e di una volontà (noi di MoCu ve ne avevamo parlato qui nell’articolo di Enrica Berselli). Al termine di questo progetto, la voglia di farne un altro è troppa: quanto fatto con “A.R.” fa comprendere al gruppo che quella era una cosa di cui oramai non potevano più farne a meno. Ed ecco che si comincia a progettare il secondo. Quasi contemporaneamente nasce l’associazione Apart che, come Silvia dice, vuole essere sostenitrice e promotrice di progetti culturali. Un incontro fortunatissimo infine con Luigia Rovito, scrittrice, e anche lei viene arruolata, diventando parte integrante di questa ciurma. Ed il film Apart diventa concreto.

Il film

Prende vita Giovanni Modigliani, protagonista di Apart (film). Giovanni che vive una vita uguale a sé stessa in ogni giorno. Giovanni che ha un lavoro ed una famiglia. Ma che possiede anche momenti di evasione dalla quotidianità, momenti notturni in cui riesce a scegliere personaggi e a inventare storie. In un certo senso, il vero io di Giovanni viene fuori proprio qui, di notte, tra figure ai margini della società. Una vita, la sua, prevedibile ed ordinata. Fino al momento in cui un fatto di cronaca lo vede come sospettato e giudicato a priori da una società che non lo capisce e che lo lascia in disparte in quanto bersaglio facile. Il titolo sintetizza perfettamente la condizione del protagonista: “Inizialmente avevo pensato ad A parte”, racconta Massimo, “poi sostituito con il termine inglese Apart per il suo significato più ampio: staccato, diviso, a parte”. La nascita del film è contemporanea a quella dell’associazione e, quasi come conseguenza naturale visto il momento di transizione, Apart ne diventa anche il nome.

photo credits: Associazione Apart

Le riprese di Apart partono il 7 settembre 2018, come testimonia il “Diario di bordo” del film e a poco più di un anno di distanza è pronto a debuttare sul grande schermo. Apart è un film modenese ed indipendente. Modenese in quanto girato interamente nella nostra città, ideato da modenesi, costruito con tecnici modenesi ed i volti utilizzati sono attori del panorama teatrale modenese. Indipendente perché non ha ricevuto alcun finanziamento ma ha contato solo sulle forze dell’associazione: Apart (associazione), infatti, ha utilizzato il ricavato del primo film e contemporaneamente ha indetto una raccolta pubblica. Una scommessa che ha trovato il favore della collettività raggiungendo il 121% dell’obiettivo quasi subito (da “Diario di bordo” del 20 novembre 2018), oltre ad ottenere il patrocinio del Comune di Modena, che ha permesso di effettuare riprese in esterni nei luoghi più suggestivi della nostra città.

Quello che vuole raccontare questo film è il paradosso del pregiudizio che condanna una persona, senza alcun elemento valido, solo perché diversa e non consona agli standard imposti dalla società. “Lo spettatore si trova a doversi confrontare con il proprio pensiero”, dice Massimo “e non tutti si riconosceranno in esso”. Certo, aggiunge Luigia, perché è necessaria una grande onestà intellettuale che non tutti possiedono. Non posso non notare che è un tema molto attuale e quanto mai necessario in un periodo così difficile per la cultura in generale e dove i social network acquistano sempre di più un peso nella nostra quotidianità proprio in situazioni come quella raccontata nella storia di Giovanni. 

photo credits: Associazione Apart

Un altro aspetto molto interessante del film è rappresentato dalla musica: rispetto al film “A.R.”, in cui sono stati utilizzati pezzi musicali già in circolazione, per Apart la musica è stata composta espressamente per il film da Simone Tardini, musicista modenese. Questo aspetto del film è di notevole importanza e motivo di orgoglio per Massimo Menchi, oltre ad essere a mio avviso un’ulteriore riprova che la strada intrapresa sia giusta e fertile. 

photo credits: Silvia Bulgarelli

Chiudo con una domanda che esula dal film: chiedo ai presenti se non si sono mai trovati nella situazione di voler mollare tutto perché vinti dalla stanchezza. E tutti, quasi all’unisono, rispondono con un no deciso. Perché questa è la loro anima, il loro fuoco sacro. “Anche se richiede tanta energia”, aggiunge Luigia “ci fa sentire vivi”. Ed è proprio questa l’essenza dell’arte. Non è un passatempo. È vita. E il progetto Apart è un insegnamento quanto mai necessario: non sono i facili appagamenti a darti maggiori soddisfazioni. Ma le cose che si costruiscono con il tempo, la conoscenza e la fatica.

A questo punto non ci resta che attendere il 12 novembre, data in cui potremo assistere al debutto di Apart.
Sorseggiando nel frattempo un ottimo chinotto.


Dove: Cinema Raffaello, Str. Formigina 380 – Modena
Quando: 12 novembre ore 21,00

Prenotazioni anche on line:
www.cinemaraffaello.it
www.apart.cloud

Per informazioni:
info@apart.cloud