Lunedì 2 maggio, l’artista belga Dzia Krank, ha dipinto un’enorme nutria su una delle facciate dell’estatOFF e ha intitolato l’opera “tutta colpa delle nutrie”. Nell’articolo che segue, vi racconterò come mai un’artista belga si è fermato un giorno a Modena e ha scelto di dipingere una nutria.

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Qualche mese fa, leggo sulla pagina facebook di Urban Lives, blog italiano di arte urbana curato da Ivana De Innocentis, del desiderio di voler creare una sorta di tour in giro per l’Italia dove far dipingere diverse persone in luoghi abbandonati. “Ecco, i soliti vandali!” starà già pensando qualcuno fra sé e sé; e un po’ mi dispiace che qualcuno lo pensi. Nell’andare a dipingere in un posto abbandonato, oltre a quel fascino avventuroso e proibito, si possono nascondere molti risvolti interessanti come l’artista che si informa sulla storia del luogo che va a dipingere per coglierne l’essenza o per provare a riportare sotto gli occhi di tutti una problematica perché, ammettiamolo, un posto lasciato a se stesso per decenni nel cuore della città è una problematica… Ma non voglio soffermarmi più di tanto su questo aspetto, che meriterebbe interi articoli o libri oltre a quelli già esistenti.

Personalmente, l’idea mi piace molto, così decido di mettermi alla ricerca di un posto, a Modena o nei dintorni, dove poter far passare il tour e qualche artista che, lontano dall’occasione, difficilmente porterebbe la propria arte in zona. Così, dopo aver considerato diverse soluzioni, contatto l’Associazione Culturale STOFF di Modena, più che altro per questioni logistiche in quanto facilmente raggiungibile dalla stazione dei treni. Disponibilissimi, Valerio e Filippo mi fanno vedere le pareti dell’estatOFF. Il posto non è proprio abbandonato ma è bello e con una storia tutta sua: funziona. Così, contatto Ivana, le parlo del posto, le mando le foto e l’idea le piace. Mi dice che per il primo maggio sarebbe stata a Reggio Emilia in occasione di una jam (spiegato velocemente, la jam è un ritrovo di artisti che dipingono tutti insieme) alle Ex Officine Meccaniche Reggiane. Se volete approfondire quest’evento o fare un primo passo sull’importanza del dipingere in posti abbandonati vi rimando a questo articolo.

In occasione della jam, Ivana mi dice che saranno presenti anche artisti internazionali, tra cui Dzia Krank, e che le farebbe piacere riuscire a passare per Modena assieme a lui per lavorare sulla parete. Io per primo rimango affascinato dai lavori di Dzia, dal suo stile personale e particolare nel disegnare animali, dalla scelta dei colori, dalla perfezione dei dettagli a bomboletta spray… Lo stile fa proprio a caso dell’estatOFF, che tra l’altro ha sempre lasciato le pareti dello stabile a disposizione di diversi artisti di anno in anno; così ci affrettiamo a compilare le carte per far avere l’approvazione del Comune che arriva, dopo aver visionato qualche opera dell’artista.

Ora manca solo l’ok da parte di Dzia, eh sì… Perché lui è venuto dal Belgio per dipingere posti abbandonati, non un locale… Ma l’OFF e l’estatOFF non sono locali come altri! Fin da subito ho sottolineato ad Ivana l’importanza che questo posto ha per la città di Modena, a livello culturale e musicale; l’importanza di riqualificazione degli spazi urbani che rappresenta e che tiene viva una zona di Modena che probabilmente, in assenza dell’OFF, avrebbe tutt’altro aspetto. E questa importanza Ivana l’ha trasmessa a Dzia. Poi, sarà per la voglia che aveva di dipingere, sarà per il suo passato da dj che l’ha messo subito in sintonia con l’OFF, sarà per le pareti nere di sfondo che lo avrebbero accolto, ma ha accettato!

Arriva così lunedì 2 maggio. Un giorno che inizia con la pioggia, quindi male tenendo conto che siamo all’aperto. Ma, appena il tempo di caricare in macchina Ivana e Dzia alla stazione dei treni e portarli all’OFF che la pioggia diminuisce e poi il resto della giornata andrà migliorando.

Quindi, ricapitolando:il sole c’è, anche se si vede poco; le pareti nere ci sono; i permessi del Comune ci sono; Dzia c’è; i colori ci sono; c’è anche Elena di Bolognastreetart che è venuta a farci compagnia; manca solo il soggetto.
Dzia tira fuori dal suo borsone una serie di stampe di animali e ci chiede quale animale ci piace. Tira fuori elefanti, cervi, lepri, aironi, giraffe, antilopi. Ci fermiamo sull’airone; a lui piace molto e a noi non dispiace. Ne tira fuori diverse foto, da diverse angolazioni, distanze. Ci siamo! Anzi, no. Dzia ci guarda di nuovo e chiede: “Ma l’avete qui l’airone?”. Io ricordo di averne visto qualcuno alle casse di espansione del Secchia ma forse il mio sì esce poco convinto, sarà che l’associazione Modena – Airone non è molto immediata.
Così Dzia ci guarda di nuovo e ci chiede: “Che animali avete qui?”. E noi partiamo con una serie di animali: “Il maiale, la volpe, il coniglio, il maiale, la lepre, il cinghiale, il gallo, il maiale, il lupo, il maiale… il piccione… il maiale… la nutria.”. Ci ferma. Non sa di che animale stiamo parlando. Proviamo a spiegarglielo ma non capisce la differenza tra il ratto, il castoro e la nutria. Così gli facciamo vedere una foto dal cellulare. L’animale lo affascina. Veramente. Così ci chiede se sia veramente così diffuso a Modena e gli spieghiamo tutta la vicenda delle nutrie, delle tane negli argini, dell’alluvione.

È deciso! Sulla parete nera dell’estatOFF nascerà una nutria. Ci fidiamo di Dzia! Tutti avevamo visto i suoi lavori ed erano uno più bello dell’altro quindi, perché non dargli fiducia? Mentre cerchiamo un paio di foto giuste in rete da poter stampare come guida per Dzia, ci dice che è molto carico per il progetto perché ogni volta che disegna un animale nuovo è molto più concentrato, attento alle forme, alle linee, ai colori.

Ora c’è davvero tutto. Dzia indossa la mascherina e cala il silenzio.

Dalle 12 alle 17 lavora, su e giù da una scala e un trabattello. Linee esterne in vernice bianca a pennello e rullo; poi il riempimento a bombolette: un po’ azzurro chiaro, un po’ azzurro scuro, un po’ oro, un po’ blu. Si ferma, magia un panino. Chiede qualcosa perché si sente la febbre. Poi riparte: con i dettagli, sempre con lo spray, nero questa volta. Un tratto sottile. Preciso. Perfetto. Linea dopo linea la nutria prende forma. Poi i dettagli finali. Titolo. Firma.