Siamo andati alla scoperta del progetto Musica Stretta, abbiamo voluto saperne di più in quanto non si tratta solo di una web-serie di divulgazione culturale, ma di una vera e propria collana ricca di pillole di curiosità.

Tra i diversi motivi che suscitano interesse, tre colpiscono maggiormente: innanzitutto è una serie che nasce dalla necessità della Fonoteca di Nonantola di restare a contatto con la gente mantenendo una proposta culturale nonostante il momento storico; in secondo luogo, diversamente dalla maggior parte delle attività culturali che si sono adeguate o adattate alle circostanze, questa ne è proprio figlia in quanto risposta a un’esigenza; infine il format che è stato creato da zero, risultando quindi completamente originale nel suo genere.

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Raccontiamo il progetto attraverso le parole di uno dei suoi creatori, nonché operatore culturale del Comune, Giorgio Casadei.

 

Come e quando è nata l’idea di Musica Stretta?

L’idea della serie web è nata all’inizio del 2020 in risposta alla situazione determinata dalla pandemia scatenata dal Covid-19, la quale ha portato alla chiusura di tutti i servizi culturali. La Fonoteca del Comune di Nonantola, maturata la volontà di restare in contatto con i cittadini e gli utenti, mantenendo viva una proposta culturale, ha lanciato quindi l’iniziativa “Fonoteca Nella Rete”, utilizzando la rete e le piattaforme social.

Con l’aiuto e il contributo di diversi talenti legati al mondo culturale nonantolano e modenese, il 17 aprile 2020 debutta Musica Stretta, la serie della Fonoteca di Nonantola che vuole portare la musica nelle case dei cittadini con modalità e contenuti originali.

Dal punto di vista pratico abbiamo pensato subito ad una serie e il primo passo è stato creare una redazione in modo da avere compiti ben definiti; io, ad esempio, mi sono occupato dell’organizzazione, dei contatti con gli ospiti, oltre ad aver curato due episodi. Il nucleo da cui siamo partiti è la narrazione associata a un contributo musicale e, man mano che la cosa prendeva forma, ci siamo resi conto di avere un’idea redazionale condivisa che andava delineandosi. Così il passo successivo è stato definire i vari aspetti del progetto e, mentre la cosa iniziava a prendere forma, abbiamo fatto delle scelte come, ad esempio, la durata media che è intorno ai dodici minuti per evitare di risultare prolissa e mantenere viva l’attenzione da parte dello spettatore.

 

Di cosa si tratta e quali sono gli argomenti?

Come anticipavo prima si tratta di una serie, il cui format originale include la sigla redazionale audio-video, composta appositamente, il contributo dell’ospite, la parte musicale qualora fosse possibile e una rubrica finale.

Nella prima stagione quest’ultima era l’Ermeneuta, il quale affrontava il tema proposto attraverso delle rapide elucubrazioni volte a proporre degli spunti di riflessione, invece, in questa seconda stagione, abbiamo introdotto Federico Futuribile, una sorta di genio che propone la propria invenzione, collegata al tema della puntata e illustrata visivamente attraverso un disegno.

A proposito degli argomenti, essi variano di volta in volta, e sono raccontati dall’ospite di turno che guida lo spettatore attraverso la propria passione o la propria dedizione al determinato contenuto.

La musica è il filo conduttore della serie ma è anche il veicolo che permette di affrontare il discorso in modo interculturale spaziando dal cinema, alla letteratura e alla pittura, evitando un calderone di concetti in modo da concentrarsi su un tema specifico e definito, con qualche pillola ad aumentare la curiosità di chi sta seguendo. Per fare un esempio concreto e rendere l’idea, non produrremmo mai una puntata sui Beatles ma, al contrario, ne abbiamo fatta una intitolata Rubber soul, prove di rivoluzione nella quale si è parlato nel particolare di quell’album emblematico.

 

Da chi è composta la redazione e la produzione?

Il progetto fa parte delle proposte culturali del Comune di Nonantola, mentre i produttori artistici e redazionali sono Lorenzo Guagnano, Marco Luppi, Alice Miali, Federico Salvarani e Federico Sigillo, oltre al sottoscritto. Inoltre è necessario citare Greta Salvalai che si è occupata delle illustrazioni e dell’artwork e Doctor Delta che ha composto le musiche originali.

 

È in programma una terza stagione?

Mi fa piacere pensare che possa proseguire ma, attualmente, le risorse non sono quelle con cui abbiamo iniziato. Quando è nata l’idea ci trovavamo in pieno lockdown, motivo per cui la maggior parte della redazione era più libera se non, addirittura, senza occupazione quindi il tempo e gli sforzi da dedicare erano certamente maggiori. Nel frattempo alcune attività hanno ripreso il via e in questa seconda stagione ci siamo resi conto di avere meno possibilità per raggiungere le dodici puntate della prima, per cui ci siamo limitati a cinque.

Al momento non ne abbiamo in programma una terza ma chissà nel futuro… Mai dire mai.

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Per concludere, da cosa deriva il titolo Musica Stretta?

La Fonoteca di Nonantola aveva un corridoio molto angusto che abbiamo anche utilizzato come ambientazione per una puntata e, il fatto che gli ospiti parlassero direttamente dal loro divano, si sposava benissimo con questa immagine.

Tuttavia il vero significato è l’idea alla base della quale nasce tutto il progetto, ovvero collocare qualcosa all’interno di uno spazio piccolo e inconsueto.

 

L’uomo che imitava il treno // Musica Stretta // S02 Ep 01
Prima puntata della seconda stagione di “Musica Stretta” per il progetto “Fonoteca Nella Rete” con Roberto Menabò.
La storia di Frank Hutchison da minatore a chitarrista a sonorizzatore itinerante, raccontata da un grande maestro contemporaneo di blues e fingerstyle.