Lo scorso 28 gennaio, le bacheche dei nostri social si sono riempite di punti di domanda posti davanti a facciate di live club, porte di ingresso e palchi. Ognuno di questi era personalizzato dall’anno d’apertura seguito da un laconico possibile anno di chiusura: il 2021. Una specie di epitaffio funebre.

Inizia così la protesta corale di Ultimo Concerto promossa da KeepOn Live, Arci e Assomusica, con la collaborazione di Live DMA e abbracciata da oltre centotrenta live club italiani disseminati sull’intera penisola.

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L’obiettivo primario della campagna è il voler porre l’attenzione su un settore che da inizio pandemia continua a vivere una situazione di assoluta incertezza e instabilità. Senza aver avuto tuttora alcun tipo di risposta e considerazione da parte degli organi competenti.

Nei vari provvedimenti che si sono susseguiti da marzo 2020, cinema e teatri in tema di spettacolo sono stati presi in considerazione, invece, al contrario, live club e sale concerto non hanno ricevuto la medesima attenzione. Con il rischio concreto di poter arrivare a scomparire.

Infatti, a partire dal febbraio dello scorso anno, queste realtà hanno subito una chiusura forzata che poteva sembrare temporanea all’inizio (tanto che i più speranzosi hanno provato a posticipare di qualche mese gli eventi in programma) ma che oggigiorno per alcune di queste si sta rivelando definitiva.

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Dietro alla grande macchina dello spettacolo dal vivo ci sono costi fissi da sostenere e che secondo i dati rilasciati da Ultimo Concerto lo scorso 23 febbraio si aggirano su una media di oltre 60.000 euro per locale. Cifre da capogiro considerando i mancati incassi: più di 50.000.000 di euro totali, corrispondenti a oltre 15.000 eventi annullati nei soli live club italiani. Ecco perché, con queste cifre alla mano, risulta lampante ed evidente, oltre che scoraggiante, come il 49% dei locali dichiari di non essere sicuro di riuscire a ripartire a emergenza conclusa. Stiamo parlando di quasi un dimezzamento dei locali italiani.

Il problema è grave e non poco, soprattutto perché sale concerto e live club sono fucine di cultura. Qui i musicisti possono dare sfogo a tutta la loro creatività esprimendosi liberamente, creando e incontrando il pubblico. Questi spazi sono luoghi di aggregazione e socialità (due parole che rappresentano vita, ma che ora purtroppo vengono associate a tinte fosche). I tanti palchi di queste realtà sono stati calcati da innumerevoli artisti di ogni genere e che magari oggi sono tra quelli che fanno il “tutto esaurito” in palazzetti, stadi e festival nazionali e internazionali. Dei quali conosciamo le canzoni a memoria e non ci stanchiamo mai di ascoltare.

Eppure, nonostante la loro riconosciuta valenza di spazi atti alla creazione, promozione e diffusione della cultura – oltre al loro indiscutibile valore sociale – continuano a essere ignorati e dimenticati.

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È per questo motivo che Ultimo Concerto nella serata del sabato 27 febbraio alle ore 21,00 ha deciso riaccendere i palchi italiani che hanno fatto la storia della musica dal vivo. Collegandosi al sito www.ultimoconcerto.it sarà possibile assistere gratuitamente a oltre centotrenta eventi tenuti da band e artisti del panorama musicale italiano.

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Se guardiamo la mappa dei locali che hanno aderito all’iniziativa da nord a sud d’Italia, la sola provincia di Modena vanta dieci live club – Circolo Culturale FloridaCollettivo Mattatoyo, DudeFermata 23, Godot APS/EkidnaKalinkaOFF ModenaRibalta, Vibra Club, Vox Club – sui ventisette locali ubicati in Emilia-Romagna. A testimonianza di come realtà di questo tipo siano fondamentali per il nostro territorio.

È quindi importante accendere i riflettori sul settore della musica dal vivo in quanto è sì uno dei pilastri per la crescita degli artisti e del mondo della musica, ma non solo. Infatti, l’ascolto di musica live, la partecipazione agli eventi, l’incontro con suoni di ogni tipo si rivela essere fondamentale per la crescita culturale delle persone e per il sostentamento dei processi di coesione sociale.

I live club sono spazi dove si respira arte, cultura e conoscenza attraverso esposizioni di arti visive, cineforum, laboratori creativi, convegni, corsi e incontri di approfondimento. Sono luoghi multifunzionali e multidisciplinari, di promozione sia culturale e che del proprio territorio. Questa ricchezza di competenze e funzioni li rende ambienti fortemente dinamici all’interno dei quali lavorano migliaia di persone nell’ambito delle professioni dello spettacolo e in relazione alle tante espressioni territoriali.

Sono ricchezza pura!

Ecco quindi, che l’iniziativa attraverso la presenza degli artisti che amiamo sui palchi vuole porre al centro dell’attenzione questi luoghi. Per riscoprirli o conoscerli ex novo. Per tornare a vivere, anche se solo in maniera digitale, le incredibili e strabilianti emozioni che questi spazi ci hanno regalato negli anni e farci ricordare quanto siano fondamentali nelle nostre vite.

Un appuntamento per amplificare le voci, per decantare l’importanza di spazi senza i quali, non ci sarebbero più concerti e di conseguenza meno cultura.

Nelle prossime settimane ci piacerebbe conoscere più da vicino le differenti realtà del nostro territorio perché si raccontino: vogliamo ridare voce a questi spazi, da troppo tempo in silenzio.