La seconda tappa del ModnaSlaCanta, il Poetry Slam organizzato dai Modena City Rimers con lo scopo di invadere Modena di poesia. A questo link trovate il resoconto della prima, che a riempito il Passioni lo scorso 28 novembre.

Stesse regole, stessa formula e stesse 5 lavagnette ma, ovviamente, diversi i poeti e quindi diversa anche la situazione, il profumo e il succedersi dell’intera serata. Il contest si svolge seguendo il medesimo copione: ogni poeta ha tre minuti di palco, e senza altro strumento che non i suoi versi, con voce e corpo, ne fa il proprio campo di battaglia, venendo poi giudicato da cinque persone scelte tra il pubblico, armate di gesso e lavagne. È venerdi 13 dicembre, ore 18, e a Modena nevica bene. Nuova location, siamo infatti agli Artigiani della Vita e l’atmosfera che si crea è subito più intima e raccolta.

Fotografia di Alessio Bogani

I sei poeti che si affrontano sono Giuseppe Apostolo, Chiara Araldi, Cesare Costa, Andrea Castiglioni, Marcello Malhame e Francesco Sueri: personaggi diversi, città di provenienza diverse ed età ed esperienze varie e variegate. Tutti però indistintamente capaci di attirare un pubblico che si fa silenzioso e attento ed entra assorto nelle diverse performance. Anche questa volta il viaggio è inaspettato e imprevedibile, si snoda fra i diversi sentire dei poeti, tra gli accenti e le voci, incontrando immagini di professori di italiano, sinestesie di stelle, inni allo “sclero”, suoni di sol scordati e cambi d’abito poetici, per poi riemergere a decretare il proprio personalissimo esito.

Il pubblico è talmente fondamentale nel suo ruolo di spettatore e giudice che questa volta ho provato a fare qualche domanda a chi si è trovato ad ascoltare poesie o a partecipare esprimendo la propria opinione sulla ormai famosa lavagnetta. Ho fatto due chiacchiere con Davide, membro di pubblico e giuria per una manche, e Andrea Garganese, organizzatore e presentatore della serata, e questo è quello che mi hanno raccontato.

Fotografia di Alessio Bogani

Cosa conoscevi della poesia prima di questo poetry? Cos’era per te poesia?
Davide: Prima di questa sera conoscevo la poesia dei grandi autori, i grandi componimenti, o comunque i versi e i poeti che si studiano a scuola. La vedevo un po’ come la massima espressione di tecnica e conoscenza del linguaggio e della scrittura, affascinante e bella, ma spesso difficile da avvicinare, complicata, e quasi un po’ distante dal livello in cui normalmente viaggia la mia mente nel quotidiano. Per me poesia era espressione sublime ma piena di tecnica, il livello più alto con cui gli artisti potevano esprimere i grandi temi dell’essere umano, amore, spaccati della società.

Quali erano le tue aspettative per stasera?
Davide: Devo dire che non avevo aspettative particolari, ero contento di partecipare a una serata diversa dal solito, fuori dalla monotonia dei divertimenti che accompagnano la routine del lavoro e del weekend. Ero ragionevolmente certo che avrei assistito a qualcosa di nuovo e che ne sarebbe comunque valsa la pena.

Ti sembra che il pubblico conosca o riconosca la poesia?
Andrea: Sinceramente non lo so, anche perché io sono il primo a non saper definire la mia conoscenza poetica, e forse non ho neanche troppo interesse nel farlo. Mi piace la poesia come sintesi, la ricerco e la leggo secondo un mio proposito. La cosa interessante e che funge da stimolo necessario è proporre poesia e non importa se solo a chi la conosce, perché la poesia è per tutti e appartiene a tutti. Nelle poesie infatti non si scrive di poesia, ma di tutto quello che ci sta intorno, quindi tutto ciò che sta intorno possiede poesia. 

Che ruolo ha la poesia nel nostro contesto quotidiano e più nello specifico nella nostra città?
Davide: Oggi più che mai andrebbe riscoperta la poesia perché riscopre il talento dell’uomo nell’esprimersi anche in maniera complessa e attiva il cervello nell’impegnarsi a cercare la forma giusta. Un po’ servirebbe anche anche per riportarci verso i valori alti dell’uomo, verso il bello, in una società come oggi completamente digitalizzata, dove forse non si guarda piu all’interiorità e alla nobiltà dei sentimenti, delle emozioni e anche dei problemi.  Riportarci in alto e allo stesso tempo riportarci per terra, nel parlare di noi e delle nostre emozioni. La poesia nel nostro contesto può essere anche un’ occasione di incontro, di relazione con l’altro, all’ insegna del confronto e dell’intelligenza.
Andrea: Il ruolo che gioca la poesia nel contesto quotidiano è simile a quello di molte altre espressioni, dalla musica allo sport. Il ruolo è quello di avere consapevolezza di ciò che si pensa e di ciò in cui si crede e dare valore ad un intimo che vuole uscire. Il passaggio successivo è condividere questo intimo senza paura e questa condivisione non può far altro che spronarne di nuove. Trovare il coraggio di condividere ciò che sentiamo essere più attaccato a noi credo sia una grande chiave per lavorare davvero su ciò che è importante, come persone e come cittadini.

Quale credi sia stato il tuo contributo alla poesia stasera?
Davide: Partecipare nel senso di ascoltare è stato un piacere. Poi, nonostante io sia nuovo a esperienze come i poetry slam e non essendo competente in materia, il dover giudicare o comunque esprimere il mio giudizio mi ha fatto sentire responsabile e ha aumentato interesse, partecipazione e attenzione; è stato bello, mi è piaciuto. Anche il fatto di essere scelti a caso tra il pubblico ti da la libertà di esprimere proprio quel che senti, giudicare di pancia, senza essere condizionato da fattori esterni. 

Quanto e come il pubblico influenza una performance poetica?
Andrea: Ovviamente il pubblico influenza la performance poetica, un po’ come potrebbe essere per il teatro, sta poi al bravo attore o poeta riuscire a mantenere comunque il tono e la vitalità di ciò che esprime. Credo ci sia un gioco di responsabilità tra pubblico e poeta, un gioco di caccia in cui la cattura reciproca rende entrambi appagati. E’ bellissimo quando senti che le parole che stai dicendo risuonano nello sguardo e nel silenzio di chi ti guarda e ascolta. Lì capisci che quel pezzo, quella poesia, vive ed è animale.

 Cosa può dare davvero il pubblico al poeta?
Andrea: Il pubblico dà la voglia. Se va bene o va male, il pubblico dà la voglia di rifarlo. 

Fotografia di Alessio Bogani

La vincitrice questa seconda tappa del ModnaSlaCanta è stata Chiara Araldi.
Per sapere come andrà l’ultima romantica manche dell’invasione poetica dei Modena City Rimers ci vediamo al Modena Centrale venerdi 14 febbraio dalle 20:30. Per informazioni e approfondimenti vi rimandiamo all’evento Facebook.

Noi ci saremo, e voi?