Ci sono rumori, come quello del tappo di sughero quando si apre una bottiglia di vino oppure quello della porta che si chiude quando si ritorna a casa, che non sono solo suoni. Fanno parte così naturalmente delle nostre vite che a volte non ci facciamo neppure caso, eppure loro hanno a che fare con le nostre emozioni: sono suoni sentimentali.

La prossima volta che vi metterete a leggere un libro fateci caso perché ve ne verrà in mente un altro: quello della carta quando si girano le pagine. È un fruscio leggero che è probabile si accompagni a un’altra bella cosa: il profumo, una strana “ricetta” fatta d’inchiostro, colla e calore.

Non sai mai cosa si può trovare tra le pagine di un libro ripreso in mano dopo del tempo. Una fotografia, il biglietto di un concerto o di un treno, sono ritorni che fanno parte di noi.

Quando qualche mese fa abbiamo cominciato a mettere insieme i primi pensieri per un nuovo percorso di MoCu, il desiderio di una pubblicazione cartacea è stato subito condiviso ed era evidente.

È qualcosa di strano per la redazione di un web-magazine? Rappresenta un ripensamento?

No, niente di tutto questo, perché non siamo tra quelli che si appassionano alla discussione se sia meglio leggere digitale o cartaceo, se un romanzo letto su un tablet abbia meno dignità che nella versione tradizionale, se una lettura risulti più agile se non c’è un volume o un giornale da portarsi in giro, se la possibilità di avere una biblioteca portatile sempre con te sia effettivamente migliore che lo sguardo compiaciuto di poter guardare la propria libreria di casa.

Semplicemente, ci siamo trovati d’accordo sul fatto che, per un progetto come MoCu, produrre e proporre una pubblicazione cartacea potesse rappresentare una crescita e un arricchimento.

Suoni, profumi, pensieri, per dire che il nuovo percorso che abbiamo scelto d’intraprendere avrà un importante e speciale compagno di viaggio che avrà le sembianze di una pubblicazione cartacea.

Non abbiamo pensato nemmeno per un momento alla suggestione ebook vs. libro, piuttosto all’idea di ritorno per andare in avanti, e questo ci ha permesso di avere le idee chiare su quello che proporremo.

La pubblicazione di un libro o di una rivista porta con sé la realizzazione di un oggetto, di una cosa che si può tenere per essere riletta o risfogliata a distanza di tempo; per questo proveremo a fare in modo che il nostro lavoro abbia la forma di qualcosa che incontri il piacere che sta all’origine della bibliofilia: l’essere conservato.

Sappiamo che la nostra pubblicazione “non giocherà nello stesso campionato” dei volumi Phaidon, delle copertine Canongate o dei dorsetti Adelphi, ma ci piace pensare che dopo qualche numero troveranno modo di abitare lo stesso le vostre librerie.

Non abbiamo pensato nemmeno a una versione cartacea del MoCu a cui siete abituati sul web, sarebbe stato scontato e soprattutto con poco significato. Sarà un’espressione diversa, una sorta di antologia in cui di volta in volta ci sarà un tema a tracciare i contenuti. Una pubblicazione che vuole idealmente riprendere alcune caratteristiche del memoir, non tanto quelle descrittive o biografiche ma quelle che, più che in ogni altro genere, leggono la profondità e l’animo delle cose.

Quando nelle più importanti fiere editoriali internazionali, circa ormai una quindicina d’anni fa, gli stand di Kindle e Kobo apparvero con la stessa eleganza di un energy drink in un’enoteca a Bordeaux, anche gli addetti ai lavori qualche interrogativo sul futuro della lettura se lo posero.

In questi anni si è prima profetizzata la progressiva chiusura delle librerie, poi il naufragio delle piattaforme per la lettura digitale, per capire infine che è probabile che la lettura, come tanto altro, viva semplicemente un’epoca in cui c’è una molteplicità di fruizione.

Di sicuro a noi piace pensare che abbia ragione Brian Murray, Presidente e Ceo di HarperCollins Publishing, secondo gruppo editoriale al mondo, quando dice:

il miglior futuro riparte sempre dal suo passato, anche quello della lettura.