Dal 31 luglio al 9 Agosto torna Trasparenze Festival: l’ottava edizione del progetto dalla compagnia del Teatro dei Venti e ATER – Circuito Regionale Multidisciplinare è un programma di teatro, musica e danza che si svolge tra Gombola, antico borgo dell’appennino, e Modena.

Durante il periodo di sospensione, ho avuto modo di giocare con voi e con il Teatro dei Venti raccontandovi una storia. Ripercorrendo il romanzo “Le città invisibili” di Italo Calvino, ho immaginato una Modena deserta ed un incontro: Marco Polo e Stefano Tè. Attraverso le domande del viaggiatore, Stefano ha raccontato tutte le passate edizioni del festival, portandoci nei luoghi del Festival. Un viaggio letterario, a più livelli. Quando sono arrivata a Gombola sabato 1° agosto, in un certo senso ho compreso realmente quanto fosse stata giusta la mia scelta. Il Teatro dei Venti, con Trasparenze Festival, costringe lo spettatore a compiere un altro viaggio: un viaggio denso di emozioni, di silenzio e di vita.

Sfidando un caldo opprimente, sabato pomeriggio abbiamo seguito fiduciosi Stefano Tè in un percorso nei boschi chiamato Uomini e dèi. Primo studio: Artemide e Atteone, di Vittorio Continelli / Teatro dei Venti. Il bosco è il luogo della metamorfosi e del desiderio. È il luogo della caccia.

Muovendoci in questo sentiero, popolato di odori e suoni a cui non siamo abituati, diventiamo noi stessi dei cacciatori. Ma ci accorgiamo sin da subito di non essere soli; oltre alla vegetazione e agli animali, ci sono presenze che non vogliono essere viste: le divinità. Ed è proprio in esse che ci imbattiamo: le udiamo cantare, ne scorgiamo la bellezza, percepiamo il loro dolore. Sono come fantasmi magici che prendono vita tra le foglie. I movimenti e nenie che percepiamo sono commoventi.

Quasi alla fine del nostro cammino, veniamo accolti da un narratore e siamo testimoni di quanto accadde a Otteone: Artemide, la Dea della caccia, vergine e armata di arco e frecce d’oro, viveva nel bosco con i suoi cani e alcune ninfe. Atteone era figlio di Aristeo e Autonoe ma venne allevato dal centauro Chirone che gli insegnò le tecniche della caccia. È proprio durante una battuta di caccia che Atteone si imbatte in un laghetto, scorgendo la Dea Artemide nuda mentre fa il bagno. Quando la dea si accorse dello sguardo di Atteone, adirata e rossa in viso per la vergogna, gli schizzò dell’acqua sul viso, trasformandolo in un cervo. All’inizio, Atteone non si rese conto di cosa dell’accaduto ma, quando giunse ad una fonte d’acqua, si specchiò e vide il suo volto. In quel momento, giunsero i suoi cani che, non riconoscendolo come loro padrone, si avventarono su di lui sbranandolo.

L’attore, il nostro Caronte in questo viaggio, ci svela che ognuno racconta una storia diversa ma che in fin dei conti è sempre la stessa: cacciatori e prede si inseguono da sempre e da sempre invertono i propri ruoli, rispecchiandosi gli uni nel volto degli altri.

Domenica 2 Agosto assistiamo a A[1]BIT di Sanpapié, con la coreografia di Lara Guidetti.

Raccontare quello che ho provato guardando questo lavoro è molto difficile: mi sono sentita travolgere dalla nostalgia, dalla commozione ed infine dalla felicità. A[1]BIT si definisce come “opera di danza per spettatore singolo”, spettatore che si ritrova inconsapevolmente  ad essere parte del disegno coreografico, nata dalla sinfonia elettronica in 5 movimenti 1-Bit Symphony di Tristan Perich.

Musicalmente intenso, questo lavoro ti accompagna attraverso il borgo di Gombola, costringendoti ad osservare la sua storia e, con essa, tutte le vite che sono passate in questi luoghi, sperando di scorgere anche quelle future. E sperando che queste, in un tempo prossimo, osserveranno il tuo passaggio su queste strade. Attraverso le cuffie, si crea una : un’opera elettronica potente che, per mezzo della bellissima musica, amplifica i movimenti dei danzatori e la luce dei luoghi in un disegno che si muove tra il tempo e lo spazio, elementi di partenza e di arrivo della performance.

A conclusione di questo lavoro, ti ritrovi “a casa” e ti senti parte del tutto in una sacralità che spesso tendiamo a dimenticare.

Tornando a casa, una domanda mi perseguita: può il silenzio essere così denso di rumore e di significato? La risposta pare proprio essere sì e lo fa attraverso il Teatro che riesce ad essere “oro tra le crepe”, come recita la frase che accompagna questa edizione di Trasparenze Festival.

www.trasparenzefestival.it
www.teatrodeiventi.it
Prenotazione obbligatoria: 345 6018277
biglietteria@trasparenzefestival.it