Francesco Ricci. In un’articolo è difficile condensare il suo percorso creativo e  lavorativo, vi basti sapere che è dal 1978 che lo vedo lavorare su vari progetti che sono spaziati dalla musica (era in cantate dei Kerosene, mitica band new wave modenese), al teatro ( era uno dei quattro del Quartetto Prampolini), a copy in Sartoria Comunicazione e Avenida e negli anni successivi anche scrittore di romanzi dedicati alla sua grande passione, che sveleremo tra poco. Queste sono alcune delle mille sfaccettature del cosmo Ricci, legate insieme da un filo rosso. Anzi, da due: uno è legato alla parola ovvero al suo uso attraverso racconti e narrazioni e slogan e l’altro è la sua ossessione, ovvero il ciclismo con tutti i suoi annessi e connessi.

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E per questo motivo ci incontriamo per parlare della sua ultima creatura ovvero la fanzine Polvere, nata dalla unione delle quattro ruote e dai quattro pedali del filosofo della bicicletta Ricci e dell’art director Luca Gentile (anche blogger) , un amicizia di penna scaturita nel 2012 grazie a una recensione di Luca sul libro di Francesco “ Velopensieri” e da lì poi le affinità sono cresciute, fino alla richiesta di Luca di far seguire a Francesco la parte dei testi del progetto Polvere, una fanzine completamente autoprodotta, che non ha una temporalità di uscita ( la prossima dedicata al tema della velocità uscirà quest’autunno) e che oltretutto è eco sostenibile, ovvero on demand: tu l’acquisti sul sito www.polvere.cc e la stampano in digitale e la rilegano e te la spediscono tutto questo per la modica cifra di 8 euro.

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La fanzine, come mi spiega Francesco, è nata per narrare il ciclismo, ma più che altro un certo modo di fare ciclismo, dato che conosciamo un po’ di persone che girano intorno a questo mondo, ho iniziato a richiedere testi, fotografie anche a personaggi di un certo rilievo: come le foto di Chris Milliman, un testo di Marco Pastonesi che è una grande firma del ciclismo, e anche storie diverse, come ad esempio quella del GRAB, che è un progetto fantastico nato a Roma, ovvero il Grande Raccordo Anulare per Biciclette, e l’articolo l’ha scritto Alberto Fiorillo che è un ambientalista molto noto e anche firma dell’Espresso, poi ci siamo noi, le nostre immagini le nostre parole, ad esempio una mia intervista a Imerio Massignan, ciclista degli anni ’60, uno che andava forte in salita, anche perché il tema del primo numero è la “fatica”. All’interno troverete viaggi ( rigorosamente in bici) come quello fatto da alcuni nostri amici in Islanda, oppure itinerari da me suggeriti. Tutto questo come vi ho già detto è un modo diverso di raccontare le due ruote ed è anche un modo per catturare l’attenzione di chi le due ruote le usa poco.

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È la voglia di raccontare un tipo di ciclismo che va al di là della performance, del fanatismo che raggiunge certi livelli in gare come la Grandfondo e tutto questo confezionato con un certo stile! E io gli rispondo “ E che stile!” infatti salta subito all’occhio la cura nella grafica e dell’impaginato che Luca e la sua art direction danno alla fanzine.

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Francesco continua il suo racconto su Polvere e mi dice “Abbiamo anche un sito e una pagina Facebook molto attiva, ad esempio il contributo all’interno di Polvere del fotografo Alberto Grasso, si è rinnovato con la pubblicazione sul sito delle sue foto scattate all’ultimo giro d’Italia e poi vari miei racconti li postiamo sul web e di conseguenza anche su Fb”.

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Per finire Ricci mi racconta che partirà tra pochi giorni, per un giro d’Italia, partendo da Milano e arrivo a Palermo con il progetto “l’Agenda ritrovata”  dedicato alla memoria di Borsellino e arriveranno il 19 luglio a Palermo. È possibile seguirli a questo link.

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