Il 2020 ci ha messo di fronte a una realtà senza precedenti, dettata da situazioni che nessuno era pronto ad affrontare, un periodo che ha richiesto forti riflessioni e confronti aprendo interrogativi che domandavano nuove risposte e soluzioni.

In questo periodo anche noi di MoCu ci siamo trovati completamente spaesati: niente più concerti, spettacoli, mostre. L’estate 2020 ci ha regalato un po’ di speranza, un orizzonte che lasciava trasparire una nuova ripartenza, ma l’autunno ci ha riportato immediatamente con i piedi per terra. Qualcuno ha incolpato lo stesso 2020, “anno bisesto, anno funesto” come dice il detto, e forse quelle stesse persone pensavano che, come per magia, girando la pagina del calendario del 31 dicembre, tutto svanisse.

Ma sappiamo tutti come è andata.

Come redazione abbiamo deciso di dedicare i primi 10 giorni del 2021 al ricordo dei quasi 10 mesi in cui siamo stati privati della Cultura, un gesto simbolico che abbiamo voluto caricare di significato. In questi 10 giorni non siamo stati in vacanza ma abbiamo lavorato per arrivare pronti all’appuntamento di oggi.

Nei mesi trascorsi abbiamo incontrato persone e realtà: con alcune abbiamo cercato e ideato soluzioni insieme, con altre ci siamo confrontati e abbiamo cercato risposte, con altre ancora siamo stati semplicemente in ascolto.

Per noi di MoCu questi mesi sono stati un lungo periodo di confronto interno che partendo dal riflettere su quello che ci stava accadendo intorno, ci ha portato ad analizzare noi stessi e il progetto Modena Cultura.

È stato un lungo percorso che ha visto arrivare nuove energie, che ci ha permesso di analizzare i nostri passi e il nostro percorso e che ci ha aperto ragionamenti sul futuro facendoci fare scelte che oggi vogliamo iniziare a presentarvi.

Una nuova immagine

Tra le nuove scelte intraprese, risulta sicuramente visibile a tutti fin da subito il cambio del logo. Abbiamo ricercato uno stile che rispecchiasse l’ambito in cui operiamo, cercando di non orientare la scelta unicamente su qualcosa di moderno, che rispecchiasse un trend passeggero e momentaneo, ma che fosse espressione profonda dell’anima di MoCu.

Passione, ricerca, curiosità e storie sono componenti fondamentali dello spirito che alimenta MoCu e la sua essenza più profonda, rappresentata dalla rubrica Habitans: storie di persone che vanno apprese, approfondite e interiorizzate per poi essere raccontate e trasmesse. Storie che hanno avuto un forte impatto nella storia, che l’hanno in un qualche modo influenzata, arrivando fino ad oggi.

E quella del carattere tipografico scelto per il nuovo logo, il Bembo, che noi abbiamo scelto di utilizzare nella versione Extra Bold e Italic, è sicuramente una storia che merita di essere raccontata.

Lo sapete perché i caratteri corsivisi si chiamano “Italic”?

La risposta è più semplice del previsto: si chiamano così perché questo stile è nato in Italia. Precisamente a Venezia, durante il rinascimento, grazie ad Aldo Manuzio e Francesco Griffo, personaggi molto importanti nella storia della stampa e dell’editoria.

La loro importanza è tale da aver spinto in occasione del FestivalFilosofia 2015, anno che coincide casualmente con la nascita di MoCu, diverse persone e realtà modenesi, molte di nostra conoscenza, a realizzare “I buoni libri – laboratorio di tipografia dedicato ad Aldo Manuzio”. Il progetto che coinvolse Officina Typo, Bottega dei Gozzi e Bunker, fu curato da Francesco Ceccarelli, Rossella Ruggeri e Paolo Tinti (Università degli Studi di Bologna), con l’allestimento di Alessandro Manfredini e Francesca Sorgato e video di Francesco Botti e Mirco Marmiroli.

Per raccontarvi però la storia del Bembo, dobbiamo prima passare per quelle di Manuzio e Griffo.

Aldo Manuzio e Francesco Griffo

Aldo Manuzio, Bassiano, 1450 circa – Venezia, 6 febbraio 1515
Editore umanista la cui missione era quella di preservare e diffondere la letteratura greca e latina attraverso edizioni stampate. Attorno al 1490 si stabilisce a Venezia dove apre la propria impresa tipografica, che porterà alla realizzazione di circa 130 edizioni di opere in greco, latino e volgare, conosciute come Edizioni Aldine.

Francesco Griffo, Bologna 1450 circa – Bologna 1518 circa
tipografo e disegnatore di caratteri. Figlio di un orefice, apprende il mestiere d’incisore nella città natale per poi trasferirsi dapprima a Padova e poi a Venezia. È qui che a partire dal 1494 si mette al servizio di Aldo Manuzio, per il quale disegnerà e inciderà numerosi caratteri tipografici, tra i quali quello utilizzato per la stampa de De Aetna di Pietro Bembo (1496). E ora arriviamo al carattere “Bembo”, per la cui creazione, il bolognese si ispirò direttamente alla grafia del Bembo stesso, ottenendo un risultato di grande leggibilità e riscontrando largo successo.

Oltre questo carattere, dotato di grande leggibilità paragonato a quelli tedeschi, molto più pesanti e meno leggibili, nello studio di Manuzio vennero realizzati gli Italic, caratteri compatti e inclinati che permisero di ridurre notevolmente la dimensione dei volumi. Questo portò un cambiamento non solo all’estetica dei libri, ma ne influenzò incredibilmente la diffusione, rendendo la lettura più agile e la produzione più economica.

Di conseguenza, aumentò il bacino dei possibili lettori, dando slancio a nuove dinamiche di fruizione del testo, come attraverso i manuali (chiamati così perché finalmente si potevano tenere in una mano) e da questi la nascita delle edizioni tascabili.

Ed ecco il perché, la scelta del Bembo nella sua versione Extra Bold Italic e non di un altro font tra i milioni disponibili: con MoCu, da sempre, ci proponiamo come megafono per le realtà culturali che operano sul territorio, con l’obiettivo di raccontare storie attraverso una lente di ingrandimento fatta di attenzione, cura, tempo e passione. In un qualche modo, rivediamo nella nostra missione quella diffusione culturale che ricercava lo stesso Manuzio.

MoCu si propone come punto di riferimento per tutti coloro che intendono approfondire e sperimentare temi ed eventi legati alle diverse espressioni culturali, proponendosi inoltre come alleato e partner di professionisti del settore culturale e artistico per la comunicazione e la promozione di idee e progetti.