Esiste, da tempo immemorabile, un modo di fare arte che mobilita intere botteghe o factories, che sceglie dimensioni titaniche e si impone allo sguardo del passante più distratto, fra le calli veneziane in piena Biennale come fra i vicoli assolati di un’acropoli del passato. Dal gigantismo di opere proporzionate alle finanze della committenza a quello commisurato all’ego dell’artista, al suo desiderio di scuotere le folle e dominare fisicamente lo spazio.
Parallelamente a questa linea cronologica ne scorre un’altra, più intima e dimessa, fatta di schizzi lasciati sui bordi dei codici medievali, di disegni fatti più per sé che per gli altri, di bozze di idee appuntate su materiali di uso comune. È lungo questa linea che nascono le opere di quattro artisti (o meglio cinque, come vedremo) esposte nella collettiva OCTO, a Palazzo Piella di Castelfranco Emilia.

OCTO - fotografia di Gianluca Muratori - 00

Davide Montorsi, (nostra vecchia conoscenza. Ne abbiamo parlato qui) artista e fondatore di Medulla, racconta:

Anche se usiamo tecniche del tutto diverse, sin dal nostro primo incontro è emersa con naturalezza una grande affinità nel nostro modo di fare arte.
Ciò che ci accomuna emerge dal profondo, è sotto la carta, il legno, il marmo, e credo che chi osserva le nostre opere lo percepisca al di là delle differenze.

OCTO - Davide Montorsi - fotografia di Gianluca Muratori

 

Pierluigi Lanzillotta, (anche lui abbiamo già avuto il piacere di incontrarlo. Qui l’intervista) ci spiega:

Nel processo creativo esprimiamo un altro tipo di Ego, diverso da quello che siamo nella routine quotidiana: di conseguenza in mostra ci sono otto personalità, e non più quattro, da cui il titolo Octo.
Credo che il dibattito fondamentale del nostro tempo debba riguardare una spiritualità intesa nel suo significato più ampio: voglio portare l’attenzione dello spettatore in una dimensione altra, più eterea, più sottile.

OCTO - Pierluigi Lanzillotta - fotografia di Gianluca Muratori

 

Il titolo della mostra enuncia il punto d’incontro fra gli artisti coinvolti: ognuno porta in mostra il suo doppio, quella parte di sé che si conquista il tempo sottratto alla quotidianità trasformandolo in atto creativo e meditativo insieme.
Le opere a tecnica mista di Pierluigi, dai colori pastello che dialogano con il nero dell’inchiostro, sospese in una dimensione magica fra astrattismo e realtà riconoscibile, inaugurano il percorso espositivo nella prima sala; quelle di Davide mostrano due fasi creative distanti negli anni, le prime contraddistinte da un tratto quasi incontenibile, le ultime da forme essenziali e da un equilibrio rigoroso.

Federico Marelli presenta un ciclo di opere a tecnica mista fra collage e disegno, fra geometrie, forme umane ed animali:

Anche quando penso di avere chiaro il tema che voglio affrontare in un’opera, poi non controllo forzatamente il processo di costruzione delle immagini, e in questo modo arrivo sempre in un’altra dimensione, più vera e profonda, della mia interiorità.

OCTO - Federico Marelli - fotografia di Gianluca Muratori

 

Elisa Paganelli e Claudio Lamagni hanno costruito un dialogo fra i disegni di Elisa esposti a parete e le forme tridimensionali che Claudio ha realizzato partendo da materiali comuni o poveri.

Entrambi portiamo avanti una ricerca sulla via dello zen, e questo sentire comune ha dato vita alla visione che qui abbiamo concretizzato. Questo ciclo di opere si chiama Kizuna, termine giapponese che significa legame, quello che ci lega, ma anche il legame con il tutto.

OCTO - Elisa Paganelli + Claudio Lamagni - fotografia di Gianluca Muratori

 

Vi lasciamo con questa raccolta di fotografie catturate dall’occhio di Gianluca Muratori durante l’inaugurazione e ricordandovi che potete visitare la mostra collettiva OCTO a Palazzo Piella, Corso Martiri 204, Castelfranco Emilia fino al 6 maggio da martedì al venerdì dalle 10 alle 12, il sabato e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19 (chiuso il lunedì, il 25 aprile e il 1 maggio)