Come oramai è noto, gli sviluppi normativi delle ultime settimane hanno richiesto un cambiamento radicale nella quotidianità di tutti noi. Cambiamenti che modificano le nostre piccole abitudini e ci costringono a rivedere completamente la nostra vita. Dal punto di vista economico, sono molte le realtà che devono fare i conti con una situazione chiaramente di emergenza: con la sospensione totale di ogni attività culturale, è in gioco la sopravvivenza di molte associazioni. Modena è sempre stata una città molto attiva da questo punto di vista e oggi ho incontrato quattro delle associazioni teatrali che hanno scelto di fare “fronte comune” per affrontare la difficoltà del momento: il Direttivo di Attozero; Giuseppe Savastano, responsabile dell’Organizzazione di Teatro Nero; Enrico Lombardi di Quinta Parete e Roberta Spaventa, Direttrice Artistica di Peso Specifico.
Unite in una rete informale, le voci di queste associazioni vogliono condividere con la popolazione la necessità di arginare questa epidemia con l’auspicio di aprire un dialogo con le istituzioni, per fronteggiare questa emergenza con misure che possano prevedere aiuti concreti.

Qual è la prima cosa che avete pensato dopo la comunicazione della chiusura del teatro?

Sin da subito, l’associazione Attozero ha deciso di fermarsi completamente, nonostante le prime limitazioni permettessero qualche forma di attività. “Per la nostra salute e quella degli altri. Per i nostri corsi, per le aspettative dei ragazzi che avevano faticato per arrivare all’obiettivo di chiudere la stagione con i saggi, per le aspettative delle compagnie che si sono impegnate a preparare spettacoli per mesi, ed ovviamente per il pubblico che dimostra sempre una grande presenza. Praticamente tutti gli spettacoli di Marzo erano già sold-out.

Per Teatro Nero, la chiusura dei luoghi di cultura non è stato un bel messaggio. “Seppur necessario, nessuno lo nega, sarebbe passato in maniera diversa se il provvedimento fosse stato adottato insieme ad altri”.

La reazione di Quinta Parete, invece, è stata di incredulità e confusione. “Inizialmente non c’era chiarezza quindi non si riusciva a capire per quanto tempo saremmo rimasti chiusi”.

Infine la voce di Peso Specifico “abbiamo messo a fuoco che si stavano improvvisamente perdendo occasioni di condivisione, evoluzione e bellezza, oltre che possibilità concrete di continuare a lavorare e creare.”

Photo credits: Attozero

Quale è stata invece la reazione e la strategia adottata dai vostri teatri a seguito della chiusura?

La scelta di Attozero è stata di chiarezza e fermezza: era ovvio che il teatro avrebbe dovuto prendersi una pausa. Ma questo non significa che il teatro debba morire. I ragazzi di Attozero sono certi che si riprenderà: “Ma per farlo si deve, al momento, adattarlo a nuove formule e tecnologie che fortunatamente esistono e che ci mettono in connessione. Ed è quello che stiamo facendo, sfruttando anche parte del tempo che abbiamo per disegnare nuovi progetti e continuare, per come ci è possibile, quelli in essere. Inoltre stiamo cercando di interagire con il nostro pubblico, stimolandolo per la costruzione di un nuovo spettacolo. Stiamo già riposizionando tutti gli eventi per questa e per la prossima stagione, e stiamo preparando una bella sorpresa per tutti noi e per il pubblico, non appena si potrà ripartire: organizzeremo infatti una due settimane intere (da domenica a domenica) di spettacoli, per dare un segnale chiaro e forte che il teatro c’è ed è tornato”.

Diverso l’approccio del Teatro Nero: “Il teatro è fatto di lavoro di bottega, sudore e contatto. È difficile inventarsi dei surrogati. Tutto ciò che si può fare è usare la tecnologia per mantenere viva l’attenzione degli allievi e l’interesse del pubblico, ma non è una strategia che può durare nel tempo. Il teatro non può essere televisione, i tempi sono talmente diversi che anche il migliore degli spettacoli, in video, risulta lento. Accade con gli spettacoli dei professionisti, figuriamoci con quelli di realtà amatoriali. Il teatro è parola e azione, il video toglie tridimensionalità e profondità di campo all’azione. È come avere un cuore che funziona a metà”.

La prima reazione di Quinta Parete è stata quella di avvisare tutti e cercare di organizzare recuperi ma “una volta capito che sarebbe durata tanto e non si sarebbe saputo quanto, ci siamo attivati su forme web di comunicazione utilizzando le nostre piattaforme”.

Peso Specifico, invece, sceglie di utilizzare questo mese di sospensione forzata per raccogliere forze, idee e ricerche con l’obiettivo di seminare per il futuro da un lato e contemporaneamente di valorizzare un silenzio prezioso che aiuta a riconnettersi con i ritmi di vita propri e propri della natura stessa. “Abbiamo dunque evitato di creare contenuti via web, mantenendo però, un filo conduttore con tutti gli allievi dei nostri corsi attraverso momenti di incontro privato, compiti specifici e confronti continui. Per quanto riguarda le nostre produzioni, sospese al momento le prove, siamo in ricerca attiva, attraverso testi, musiche, suggestioni personali”.

Photo credits: Dante Farricella

Ci sono state reazioni da parte del pubblico?

Attozero “Il nostro pubblico è molto variegato, dal momento che Attozero accoglie diverse tipologie di spettacolo, tra teatro classico, improvvisazione, danza, e musica. In generale, le manifestazioni di affetto e di vicinanza ci sono sempre, ed in questo momento, nonostante la preoccupazione, l’augurio di tutti è di potersi sedere di nuovo in platea, uno vicino all’altro. Godendo di una vicinanza che vuole dire vittoria contro questo virus e allo stesso tempo emozionarsi di nuovo con il teatro”.

L’attenzione di Teatro Nero resta focalizzata sugli allievi che, per ora, provano a giocare con la novità delle lezioni in streaming. “Il problema è che in questo periodo si montano gli spettacoli di fine corso. In streaming si può lavorare solo sulla parola, non sull’azione”.

Anche per Peso Specifico, in questo momento è cruciale l’attenzione verso gli studenti: “Per quanto riguarda i nostri allievi e le nostre allieve c’è stata un’espressione di sconforto iniziale, con un successivo senso di condivisione e desiderio creativo, anche se con nuove modalità”.

Di estremo affetto, infine, la reazione del pubblico di Quinta Parete: “La reazione al nostro non volerli abbandonare tentando in qualche maniera di stargli vicini , nella maggior parte dei casi è stata sicuramente entusiastica”.

Photo credits: Teatro Nero

Pensate che una strategia comunicativa studiata possa portare dei vantaggi in situazioni di emergenza come questa?

Avere una strategia comunicativa efficace e precisa è di sicuro un valore aggiunto per gestire queste situazioni di emergenza e quindi ben vengano nuove tipologie di teatro, anche se è ovvio che il teatro è fatto di persone che diventano altro sul palco e del pubblico che condivide ogni emozione seduto in platea”, risponde Attozero.

Teatro Nero è convinto che “chi fa teatro può usare la comunicazione per stare vicino alle persone, usare la parola in maniera più convincente e umana in un tempo di emergenza, ma non può di certo continuare a fare teatro”.

Più pessimista la posizione di Quinta Parete che non vede, ovviamente, vantaggi in questa situazione ma riesce comunque a cogliere l’occasione dietro questa sospensione per riflettere e reinventare il modo di fare cultura.

Peso Specifico, infine, afferma: “In questa epoca, sappiamo che avere strategie comunicative innovative significa, senza dubbio, avere risorse preziose in ogni ambito del sapere e del fare. Al contempo riteniamo che la corsa al web, se non pensata con attenzione, sia rispetto alla forma che ai contenuti, possa essere più un riempire il vuoto alla ricerca dell’espressione di sé stessi ad ogni costo. Siamo, dunque, in ascolto e in osservazione dell’evolversi degli eventi per capire, rispetto alla nostra realtà, quali strategie possano permetterci di continuare a lavorare, in linea però con i nostri obiettivi e il nostro modo di pensare il teatro e l’arte in generale.”

Photo credits: Attozero

Questa occasione vi ha dato modo di sviluppare nuovi spunti di riflessione? In particolare come associazioni in qualche modo “concorrenti”, credete che questo periodo possa aprire una nuova prospettiva?

Quinta Parete, associazione promotrice di questo “fronte comune” afferma che “Abbiamo sempre pensato che l’approccio giusto in ambito culturale sia quello collaborativo e non competitivo infatti siamo stati tra i promotori su Modena per creare un gruppo informale di associazioni teatrali. Da una volevamo avere colleghi con cui confrontarsi in questa situazione di emergenza, dall’altra essere più forti nel dialogo con le istituzioni. Inoltre auspichiamo che questo gruppo possa diventare un gruppo formale per continuare a progettare insieme anche superata l’emergenza”.

Concorda Attozero: “Di sicuro, una situazione di emergenza e di crisi fa nascere nuove idee, ma anche la volontà di condividere. Molte volte è così: ci si sente più connessi nei momenti difficili. Quello che speriamo è che questa connessione rimanga anche dopo, quando la crisi sarà passata. E questo sarà possibile solo se avremo la consapevolezza che lo spazio dell’arte è enorme e che c’è spazio per ognuno di noi. Insomma usando un po’ di luoghi comuni: l’unione fa la forza, nel bene e nel male”.

Per il Teatro Nero Modena è una realtà in cui il teatro è vivo: “Abbiamo Ert che, svolgendo correttamente un ruolo che è pubblico, contribuisce in maniera fondamentale a tenere viva l’idea del teatro. Questo crea carburante per noi realtà più piccole, in una città in cui c’è spazio per tutti. In teatro non ha senso la concorrenza, ogni scuola ha il suo stile e la sua offerta, tutte diverse e tutte valide. Questa molteplicità può solo essere un bene per i cittadini e gli appassionati. Come Teatro Nero saremmo felicissimi se, alla fine di questo periodo che comunque sarà lungo, si potesse creare un progetto comune, comune davvero, senza interessi economici o di altro genere, ma con la sola voglia di fare teatro. Insieme”.

Ottimista anche la posizione di Peso Specifico: “Ogni crisi ha il suo risvolto, se visto dal lato giusto della medaglia: opportunità! Si tratta di rimanere in ascolto, in dialogo e apertura verso un futuro dai risvolti imprevedibili che, a nostro avviso, può permettere un ripensamento dei paradigmi prima ancora che dell’agire artistico. Certamente la creatività nel nostro campo non manca, ora vanno fatti prevalere anche: il bene comune, la collaborazione e la flessibilità di creare un pensiero nuovo che porti poi ad un agire, sociale prima e culturale poi.”

Photo credits: Peso Specifico

Come consigliereste di passare questo periodo in cui non si possono frequentare luoghi di aggregazione ?

Attozero consiglia di sfruttare nel miglior modo possibile il tempo che abbiamo: “Leggere, informarsi, studiare, godere delle tecnologie che abbiamo non solo per sbirciare quel che fanno gli altri, ma per formarsi, avere nuove idee. Queste idee e questi stimoli non andranno persi una volta acquisti, e quando avremo la possibilità, saranno il motore per nuove opportunità”.

Teatro Nero suggerisce di concentrarsi sulla propria casa: “La casa è il luogo dei nostri interessi e del nostro cuore. In casa ci sono gli affetti, i nostri pilastri. Il consiglio è di approfittarne per rinsaldarli, rinsaldare i rapporti umani dentro la nostra casa. Il resto verrà di conseguenza”.

Per Quinta Parete in questo periodo bisognerebbe leggere, scrivere, guardare film, dipingere, sistemare la casa, in generale coltivare quelle passioni a cui normalmente si dedicano ritagli di tempo, in poche parole prendersi tempo per se stessi e magari capire meglio quali sono i nostri desideri e non solo i nostri bisogni.

Il consiglio di Peso Specifico è più spirituale: “Sviluppare consapevolezza, pensiero laterale, empatia ed ascolto. Non si tratta di riempire la giornata con mille corsi e attività, ma di ritrovare un vuoto dentro sé stessi, dove far emergere con serenità e pazienza il proprio Sé in accordo con l’ambiente e gli altri, dove il senso di responsabilità vada a braccetto con l’elaborazione delle proprie paure per non esserne fagocitati, dove la riflessione sul modello socio politico ed economico vigente possa lasciare il posto a nuove proposte centrate sul bene comune e sul rispetto. Come sappiamo l’Arte, in tutte le sue forme, ha sempre avuto uno sguardo acuto in tal senso e il privilegio di poter creare contenuti e azioni specifiche. Dunque, via libera alla fruizione dell’arte in tutte le sue forme, ma senza l’ossessione di riempire il vuoto!”.

Photo credits: Quinta Parete

Raccontateci cosa avremmo visto negli ultimi spettacoli della vostra stagione. 

Attozero: “Da quando è stata decisa la chiusura delle attività, moltissimi spettacoli sono stati rimandati. Oltre a due stage di formazione attoriale a cura dell’attrice Claudia Zanella e dell’improvvisatore Antonio Vulpio, sono purtroppo saltate due nostre produzioni: Donne in gioco, una commedia che intreccia comicità e drammaticità, e La Trappola, una commedia tragicomica. Sono stati rimandati Mangia Prega Muori per la regia di M. Bonini, I pazzi hanno sempre ragione per la regia di S. Privitera, uno spettacolo di danza a cura di Officina Danza Studio, due spettacoli di improvvisazione teatrale (Fuori di Testo e Associazione Sottospirito) ed una cena con delitto a cura di Instabili Criminali. Purtroppo ci aspettiamo di dover probabilmente rimandare anche altre date, ma non ci diamo per vinti. Alla fine, il teatro come l’essere umano sa essere resiliente, dimostriamo che noi ed il teatro siamo davvero capaci di affrontare e superare le difficoltà con forza e siamo in grado di creare nuove occasioni ed opportunità”.

Teatro Nero ci segnala due spettacoli: Elena, che Salvatore Molinaro sta riadattando da Ghiannis Ritsos e La maschera e il volto, che Marco Pifferi sta riadattando da un testo di Luigi Chiarelli”.

La stagione di Quinta Parete si sarebbe conclusa con Una Lacrima di VoV, uno  spettacolo che parla della forza delle cose invisibili, ispirato al libro L’atlante dell’invisibile di Alessandro Barbaglia che, oltre alle repliche serali alla Sala Teatro Temple di Sassuolo, avrebbe incontrato centinaia di ragazzi con repliche al mattino per le scuole medie, seguite da un incontro con gli attori, il regista e l’autore del libro. Non solo spettacolo quindi, ma progetti e esperienze.

La nostra nuova produzione avrebbe avuto un’importante tappa il 25 marzo al Cajka”, ci racconta Peso Specifico, “dove avremmo presentato lo studio Il ballo di Satana all’interno di un evento nazionale sul tema della migrazione organizzato dalla CGIL di Modena. Si tratta di una performance collegata ad un nostro progetto di teatro sociale e di comunità, frutto di un laboratorio per allievi ed attori di diverse etnie, iniziato ad ottobre del 2019 con il sostegno del Comune di Modena e CGIL, in collaborazione con Porta aperta e Bambini nel deserto. Il lavoro trae spunto dagli inediti del romanzo Il Maestro e Margherita di M. Bulgakov e indaga il rapporto tra attribuzione della colpa e potere vigente, attraverso la relazione (anche fisica) dei personaggi con il proprio fardello. Molti sono però i progetti saltati e i laboratori sospesi, anche nelle scuole. Siamo fiduciosi in una prossima ripresa di tutte le nostre attività e di nuove collaborazioni.”

Photo credits: Peso Specifico

 

Photo credits: Quinta Parete