GATE 26A (qui tutte le volte che ne abbiamo parlato su MoCu) non è mai stato una base aeroportuale chiusa al traffico. In un momento in cui mostre ed eventi si sono fermati, lo spazio ha deciso di riaprire le sue partenze per mete indefinite, attraverso WAIT ZONE, un’ideale area di sosta per chi viene a scoprire un’opera in arrivo e un’altra in partenza.

A dicembre 2020, per quattro settimane, verranno scelte quattro opere osservabili solo da dietro la vetrata.

Nessun tema.

Nessun limite di dimensione.

Mettendo al centro il rapporto con lo spazio.

Il primo artista selezionato attraverso l’open call è Gabriele Lei (Gafo) (qui tutte le volte che ne abbiamo parlato su MoCu) con l’opera: Where We Begin.

L’intervista

Per capire maggiormente il progetto, abbiamo incontrato i tipi di Gate 26A.

 

Perchè proponete questa call in questo preciso momento?

A seguito dell’entrata in vigore di norme sempre più stringenti ci siamo trovati costretti a spostare in avanti temporalmente tre mostre già calendarizzate su novembre, dicembre e gennaio. Questo ci ha lasciati in parte spiazzati, dato che molto lavoro organizzativo e di comunicazione era stato svolto e ci ha frenato sul partire a capofitto in altri progetti.

Negli scorsi giorni si è tenuta una conference call con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Modena, voluta in primis dall’Assessore Andrea Bortolamasi, nella quale ci siamo confrontati con realtà a noi vicine territorialmente e affini negli intenti.

Dal confronto con gli spazi artistico-culturali di Via Carteria abbiamo capito che eravamo davvero tutti fermi (salvo eventi online portati avanti da alcune realtà).

Una vera e propria call aperta non era ancora stata mai attivata in Gate e, ragionando sul fatto che molti artisti hanno dovuto rinunciare a possibilità espositive per via di mostre e musei chiusi, abbiamo deciso di offrire loro lo spazio, in modo gratuito, per quattro settimane alternando un artista diverso ogni settimana.

Allo stesso tempo abbiamo voluto approfittare di questa latenza imposta per investire su artisti che non conosciamo, facendo quello che ci riesce meglio, ovvero ospitandoli nel nostro spazio e affiancandoli nella produzione di un’esposizione personale che possa metterli in risalto.

 

Perchè WAIT ZONE?

Gate, come chiarisce già dal nome, ha da sempre utilizzato la metafora dell’aeroporto come non luogo di transito in cui tutto è perennemente in movimento.

Non sappiamo dove andiamo, ma siamo certi di muoverci in una direzione.

Ci piace perderci nei viaggi altrui, condividere esperienze con artisti e diventare parte del loro viaggio.

WAIT ZONE gioca sulla scenografia delle sale d’attesa aeroportuali nelle quali le persone che sostano sono allo stesso tempo in viaggio.

Gate 26A wait zone gabriele lei

 

Qual è il motivo dietro la scelta di esporre più artisti per brevi periodi?

Ci viene chiesto di essere flessibili, di essere pronti; pronti ad adattarci a nuove regole e disposizioni, in sostanza a cambiare la nostra vita in maniera molto rapida, più volte e in modi diversi.

Abbiamo deciso di raccontare il contemporaneo attraverso non solo il contenuto ma anche il contenitore.

Gli orari di mostra ricalcano indicativamente gli orari in cui è permesso spostarci, la scelta degli artisti fatta in maniera rapida richiede decisioni d’impeto ragionato, una sfida per il nostro modo di progettare, un test per sentirci pronti al mondo che cambia.

La nostra speranza è che questo nuovo modo di fruire lo spazio sollevi interesse, non solo nel comunicare la vitalità dello spazio in questo periodo, ma come format da riproporre in maniera stabile nei tempi a venire.

 

Vi siete dati una linea curatoriale nella scelta artistica?

Ciò che cambia in maniera sostanziale dal nostro modus operandi di sempre, è la posizione passiva che scegliamo di assumere nella ricerca artistica. Un modo per riprendere in mano la responsabilità che abbiamo nei confronti del nostro stesso spazio e di rimetterla in gioco.

Una roulette, un modo di giocare con il tempo, senza dogmi originali ma con argini flessibili.

 


WAIT ZONE – recap

WAIT ZONE inizia sabato 5 dicembre e proseguirà fino a sabato 2 gennaio 2021, dalle 12,00 alle 21,00 tutti i giorni, alternando un artista differente ogni settimana.

Nessun tema, nessun limite di dimensione, un muro, una luce.

Gate26A porta avanti un progetto curatoriale lungo ormai 4 anni, al numero 26 di Via Carteria. Lo spazio resta chiuso al pubblico e fruibile solo dall’esterno.

 

Gate 26A wait zone gabriele lei

Gabriele Lei (Gafo)

È nato nel 1986 a Modena dove vive e lavora, attualmente è fotografo professionista per la moda e altri settori, per molti brand conosciuti.

A questa attività affianca quella da insegnante per Fondazione Modena Arti Visive, dove nel 2014 ha conseguito il Master di alta formazione sull’immagine contemporanea.

I suoi progetti personali presentano svariati elementi di contaminazione; dai grandi maestri fotografi americani e giapponesi, passando per la musica, dall’estetica del cinema e dal pensiero della fotografia italiana.