L’attitudine è ciò che più ci contraddistingue. Leggere libri, fin dall’infanzia, è una di quelle attitudini, una che segnerà indelebilmente la nostra crescita personale: chi si accosta al mondo della carta già da bambino “corre il rischio” di sfogliare pagine per sempre. C’è chi questo lo vive come compito e se lo assume con grande piacere. La libreria Piccole Abitudini di Modena rientra in questa categoria e ce lo siamo fatti raccontare da Serena Barbieri e Giulia Brandoli, le due libraie che ne sono l’anima.

Come e quando è iniziata la vostra attività e perché la scelta di dedicarla alla lettura per ragazzi, partendo dai più piccoli?

Serena: L’idea è nata piano piano, prima come libreria e caffetteria, poi, nel 2018, con Giulia, abbiamo pensato di trasformarla esclusivamente in una libreria per ragazzi. Il tutto è partito dal mio avvicinamento alla letteratura per l’infanzia durante la maternità, quando mi sono accorta di quanto fosse importante e interessante, mentre Giulia viene proprio da un percorso formativo attinente. Così abbiamo completamente ristrutturato i locali, ammobiliati appositamente in base all’idea e prendendo in considerazione il desiderio e la possibilità di collaborare con le scuole e di fare eventi e incontri con gli autori.

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Avete creato anche uno spazio per le attività ricreative.

Serena: Sì, adatto sia per i più piccoli che per i più grandi. C’era stata molta richiesta in tal senso ed è il motivo per cui è nata anche la collaborazione col Teatro d’Avanguardia Popolare Čajka e poi altre in seguito. Le nostre attività si suddividono in laboratori creativi e incontri con gli autori insieme a varie narrazioni.
In questo periodo abbiamo scelto di non usufruire dell’online ma riusciamo comunque a raggiungere i nostri piccoli clienti con le consegne a domicilio e le attività laboratoriali proposte praticamente “da asporto”, organizzando il materiale in buste e portando nelle case alcune di quelle attività che in libreria non era più possibile fare.

Giulia: Il laboratorio in presenza nasceva come una proposta verso i bambini di età compresa tra i  4  e i 10 anni. Ci trovavamo tutte le settimane facendo ogni volta un progetto diverso che fosse mirato ad avere un’esperienza particolare con materiali originali; per esempio, preparando sul muro una serie di pastelli a cera appiccicati su grandi basi di cartone da andare a sciogliere con il phon in modo da osservare l’effetto del calore, sottolineandone il lato esperienziale. Oppure attività pensate per portare soddisfazione e sorpresa nella creazione, come un gioco con cui si potesse effettivamente giocare anche a casa. Abbiamo cercato di far combaciare e conciliare questi due aspetti, sperimentazione e creazione.
Con il tempo avevamo introdotto un appuntamento per i più piccoli, sempre laboratoriale, incentrato sulla narrazione, ma lo svolgimento è stato interrotto dallo scoppio della pandemia. Le attività ricreative laboratoriali “da asporto” sono legate al momento e si dividono in progetti per i piccoli e progetti per i grandi: il materiale per la realizzazione viene messo in una borsina col foglio delle istruzioni. Facciamo una proposta massimizzata anche se noi preferiamo farla personale e, a tal proposito, ci accordiamo col genitore del bambino che ce ne riferisce età e gusti personali, dalla cosa scientifica a quella più artistica. L’idea di fare qualcosa di personalizzato deriva dalla perdita della parte collettiva della nostra attività, per questo abbiamo cercato di instaurare un rapporto di collaborazione e scambio con i genitori che sono diventati i principali intermediari. Il progetto rimane lo stesso per tutti ma declinato singolarmente.
Cerchiamo di essere vicine e utili anche nelle problematiche sorte ultimamente all’interno dell’ambiente domestico.

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Avete riscontrato differenze nella scelta e nella richiesta dei generi, dei titoli e degli autori adesso rispetto a prima?

Giulia: Non abbiamo avuto cambi nella clientela. Qualche anno fa avevamo un pubblico leggermente più piccolo in termini di età. Sarà perché quel pubblico è cresciuto, sarà perché è cresciuta anche la libreria, ora abbiamo “una clientela” più eterogenea, da 0 a 10 anni. Non siamo più solo popolati da coloro che frequentano la materna ma anche da chi è già alle elementari salendo fino alle medie.
Le richieste, sì, sono un po’ cambiate e questo è dovuto più che altro al fatto che sono sempre più gli adulti a scegliere i volumi al posto dei bambini. Gli autori e i titoli che andavano prima, vanno anche adesso; a volte la scelta ricade su libri che erano già stati letti precedentemente, quasi una sorta di rifugio per acquisire una certa sicurezza negata dal periodo. La maggior parte della nostra libreria è dedicata all’illustrato, il più venduto, mentre una parte è dedicata alla narrativa per ragazzi. Inoltre, abbiamo una sezione fumetto che stiamo facendo crescere proprio in questi giorni. Ci stanno arrivando sempre più richieste di libri per giovani adulti affinché anche gli adulti possano leggerli, motivo per cui stiamo pensando di dare più spazio anche alla sezione Young Adults. Intramontabili sono, una delle nostre serie preferite, Dory Fantasmagorica, che festeggiamo ogni anno col Dory Day, al pari dei titoli di Roald Dahl.

Serena: Ci sono anche delle belle novità come alcune case editrici di qualità quali LupoGuido e Camelozampa.
La sezione graphic novel e del fumetto, prima ristretta, è diventata una nostra prerogativa perché, soprattutto per chi frequenta le medie, è uno strumento molto importante anche considerando il difficile periodo che la lettura sta attraversando. Speriamo che il maggior tempo che si sta trascorrendo in casa avvicini le persone alla lettura, e così anche i loro figli.

 

Com’è nata la collaborazione con Bookdealer e come sta andando? Avete riscontrato benefici?

Serena: Noi facciamo parte di un circuito di librerie tramite il quale abbiamo scoperto Bookdealer l’estate scorsa. La collaborazione è stata avviata poi a novembre.
Riteniamo sia un’ottima opportunità perché il mercato online ha sempre rappresentato un problema per le piccole librerie indipendenti a cui questa piattaforma di e-commerce sta cercando di ovviare.
Aiuta la nostra realtà ad acquisire più visibilità e a livello di vendita abbiamo notato un incremento. Inoltre, non essendo vincolati alla piattaforma, possiamo ordinare qualsiasi tipologia di libro, motivo per cui abbiamo incentivato la vendita di libri per adulti, spaziando oltre la dimensione prettamente infantile. Siamo molto contente di farne parte.

 

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Bookdealer: a sostegno delle librerie indipendenti

La libreria indipendente per molti appassionati librai rappresenta un tesoro da conservare gelosamente, si sa. Quel luogo in cui ci rechiamo quando vogliamo “ritirarci” dal mondo, persi tra scaffali e titoli.

Ma, ora che non possiamo spostarci di molto da casa oppure la libreria in cui desideriamo andare è lontana da noi, perché non raggiungerla online?

È la stessa domanda che si è posto Leonardo Taiuti, co-editore di Black Coffee, e la cui risposta ha preso le sembianze di Bookdealer: la prima piattaforma e-commerce indipendente per le librerie indipendenti. Dei veri e propri librai a domicilio.

Si basa sul core business ovvero la consegna che il libraio effettua direttamente a casa del cliente.

Taiuti introduce così la propria idea, nata sulle difficoltà e la distanza del lockdown di marzo e sull’onda dell’esperienza statunitense Bookshop.org.

Mancava un portale centralizzato che raccogliesse tutte le richieste che arrivavano dalle librerie tramite i vari canali social e di comunicazione. Allora abbiamo pensato: perché non allargare questa prospettiva facendo mantenere non solo i clienti alle librerie ma permettendo loro di allargare il proprio bacino d’utenza, andando a scovare quelle persone che normalmente non vi si rivolgono ma acquistano online, soprattutto in nome di una maggiore comodità?

E i numeri parlano chiaro:

Siamo partiti con centoventi librerie iscritte a fine agosto e ora ne abbiamo quasi seicento. L’aumento è stato esponenziale. Abbiamo cominciato con pochi ordini perché nessuno ci conosceva e adesso abbiamo quintuplicato il numero di ordini giornalieri.

Queste le parole entusiaste del fondatore di Bookdealer che aggiunge come una delle difficoltà sia stata rappresentata da una necessità di “educazione” delle librerie stesse, non abituate a una gestione digitale, e all’avanguardia in tal senso, della propria tradizionale attività, la cui caratteristica nicchia ne fa una dimensione così preziosa.

“Viene mantenuta la proposta della libreria e la sua identità”, sostiene Taiuti, raccontando una mentalità slow all’interno del mondo e-commerce che, per quanto possa apparire utopico, “l’acquisto mantiene più o meno lo stesso iter di quando entri in libreria: la maggior parte delle volte non hai idea del libro che vuoi comprare e, se ce l’hai, comunque lo chiedi”.

La non richiesta di giacenza da parte delle librerie iscritte alla piattaforma porta a una possibile attesa a carico dei clienti nel caso in cui il libro desiderato non sia già presente nella libreria selezionata e debba quindi essere ordinato: unico grande neo di un XXI secolo parecchio capriccioso è quello appunto di non avere più la pazienza necessaria di aspettare, neanche quel minimo per ottenere ciò che chiediamo.

Il fulcro del progetto basa il proprio business sul servizio: non viene richiesta alcuna quota d’iscrizione alle librerie affiliate e neppure alcun margine sulla quota ricavata dalle vendite facendo delle spese di spedizione e della consegna a domicilio il proprio guadagno. In questo modo si conferisce la possibilità a editori e librai di ottenere un margine più elevato di quanto riuscirebbero direttamente in negozio. La consegna a domicilio si aggiudica il titolo di modalità di servizio migliore in ordine a un costo minore della stessa, in quanto il prezzo è di 1,90 €, di cui metà alla libreria e metà alla piattaforma. Inoltre, la libreria è libera di stabilire un minimo d’ordine oltre il quale assorbe i costi del servizio e/o di spedizione mentre la piattaforma incassa i pagamenti dei lettori e ogni 15 giorni paga il 100% del venduto alle librerie più il 50% del fee di consegna a domicilio.

Conclude Taiuti: “Il lavoro del libraio viene valorizzato con una spesa etica con cui si compra non solo la qualità del libro ma, anche e soprattutto, l’esperienza della libreria.” Un business dallo sguardo sensibile e non solo economico quello di Bookdealer.

Il sito si articola nelle schede libro dei titoli presenti, non risparmiandosi nel dispensare consigli, usufruibili anche nel caso di voler avviare un pre-ordine. Una realtà davvero inclusiva e flessibile, ricettiva ed efficiente: disponibile a intrattenere rapporti con altri attori del mercato e ad accogliere librerie che dispongono già di un proprio e-commerce, per raggiungere un pubblico che si registri come sempre più ampio. Un servizio fast, come richiesto dalla tecnologia odierna, sulla base di una mentalità slow, come vuole la tradizione, per preservare un mondo importante per ognuno di noi all’interno del nostro, affinché le librerie indipendenti non si trasformino in biblioteche.